Calcio

Agnelli, l’eredità è un problema: cosa cambia per i bianconeri

La famiglia Agnelli è anche la storia della Juventus, ma con la causa sull’eredità dell’Avvocato può cambiare qualcosa: gli scenari futuri

La scomparsa di Silvio Berlusconi non cancella quello che ha costruito dalla metà degli anni ’80 con il Milan riempiendo la bacheca di trofei. Ma nemmeno la storia più recente legato al Monza e alla sua storia promozione in Serie A. Una vicenda che però ricorda molto da vicino quello che è successo alla Juventus dell’epoca post Avvocato Agnelli.

La famiglia più potente del Piemonte è alla guida del club, direttamente o con uomini scelti da lei, da 100 anni e quindi dire Juve significa parlare della Fiat che oggi è Stellantis. Così è stato anche dopo la morte di Gianni Agnelli il 24 gennaio 2003. Eppure nubi oscure potrebbero addensarsi sul futuro del club.

Oggi molti si interrogano sul futuro di Mediaset e di tutte le altre aziende fondate dal Cavaliere che fanno capo alla Fininvest, la holding di famiglia. Fino ad ora era stato sempre lui a prendere tutte le decisioni importanti, resistendo anche ai tentativi di scalata portati da altri gruppi imprenditoriali stranieri. Cosa succederà in futuro lo capiremo all’apertura del testamento.

Quello di Gianni Agnelli invece è noto da vent’anni, ma in realtà ancora oggi ci sono cause pendenti che rischiano di bloccare tutto, compresi gli investimenti sul calcio. Il vero nodo è rappresentato dall’unica figlia in vita dell’Avvocato, Margherita, in guerra aperta con i figli o almeno una parte di loro.

Eredità Agnelli, tutto nelle mani dei tre figli più grandi: la causa fa saltare gli accordi

Margherita Agnelli, dopo la morte di sua madre Marella Caracciolo quattro anni fa, ha continuato una battaglia aperta anni prima. Perché di mezzo ci sono otto figli nati da due matrimoni diversi. Con Alain Elkann sono nati John, Lapo e Ginevra tra il 1976 e il 1979. Poi però ha sposato Serge De Pahlen e insieme hanno avuto Maria, Pietro, le gemelle Anne e Sofia più Tatiana.

John Elkann e Andrea Agnelli, passato e presente della Juve (Ansa Foto) – Olympialab.com

La donna, oggi 67enne, ha richiesto una parte del patrimonio della madre deceduta quattro anni fa, al quale aveva rinunciato con un accordo stipulato nel 2004. E la vicenda si rimpalla da un tribunale all’altro, tra Italia e Svizzera, dove formalmente viveva.

Sul piatto c’è un patrimonio corposo, fatto di case e beni ma soprattutto di partecipazioni societarie. Margherita nel 2004 aveva rinunciato all’eredità in cambio di 1,2 miliardi di euro. Ma in seguito tramite i suoi avvocati e alcuni investigatori privati aveva scoperto l’esistenza di diversi conti esteri intestati dal padre.

Secondo i tre figli più grandi quegli accordi sono ancora validi, lei dice di no per tutelare anche gli altri eredi. In ballo c’è il controllo della società “Dicembre”, con il il 60% delle quote che ora è nelle mani di John Elkann, il 20% a testa a Lapo e Ginevra.

La Dicembre è semplicemente la società che controlla il 38% delle quote della Giovanni Agnelli Bv (società stimata con un valore 28 miliardi di euro). Qui per statuto i soci possono essere solo i discendenti del senatore Giovanni Agnelli, cioé il nonno dell’Avvocato.

E la Giovanni Agnelli Bv detiene il 52% delle quote di Exor, holding che ha il pacchetto di maggioranza di Stellantis, Ferrari, Juventus. Ma anche Cnh, Iveco, gruppo Gedi, The Economist, Louboutin e diverse altre partecipazioni finanziarie. Ecco perché il futuro del club potrebbe essere a rischio.

Federico Danesi

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