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Australian Open, Sinner elogia il suo team: “È il migliore al mondo”

Il tennista ha costruito il suo successo grazie al supporto incondizionato della sua squadra, che lo ha accompagnato in un percorso che lo ha portato a vincere due tornei dello Slam

L’Australian Open, uno dei tornei di tennis più prestigiosi e attesi dell’anno, ha aperto le sue porte, portando con sé emozioni e aspettative per i tennisti coinvolti. Tra questi, Jannik Sinner, il giovane talento italiano che ha già lasciato un segno importante nel mondo del tennis, ha messo in evidenza non solo il suo talento, ma anche l’importanza del suo team. Dopo aver superato il primo turno battendo Nicolas Jarry, Sinner ha dichiarato con grande emozione: “Sono fortunato, perché ho il team migliore del mondo”. Queste parole rivelano quanto sia fondamentale per lui avere una squadra solida e coesa al suo fianco.

L’importanza del team nella carriera Di Sinner

Sinner ha costruito il suo successo grazie al supporto incondizionato del suo team, che lo ha accompagnato in un percorso che lo ha portato a vincere due tornei dello Slam e a raggiungere la vetta del ranking mondiale. In uno sport così esigente e competitivo, avere una squadra che ti sostiene non è solo un vantaggio, ma una necessità. La pressione psicologica e fisica è alta e Sinner ha riconosciuto che il suo team è stato cruciale, specialmente nella seconda parte della scorsa stagione, caratterizzata da alti e bassi. In particolare, l’episodio legato al caso Clostebol ha colpito duramente la sua squadra, ma grazie a un ambiente di lavoro positivo e alla determinazione di tutti, sono riusciti a superare le difficoltà.

Cambiamenti strategici nel team di Sinner

Le recenti modifiche apportate al team di Sinner parlano di un cambiamento strategico e consapevole. Dopo aver allontanato Umberto Ferrara e Giacomo Naldi, i cui errori hanno portato a problematiche di contaminazione involontaria, sono entrati a far parte della squadra Marco Panichi e Ulises Badio. Panichi, in qualità di preparatore, e Badio, ex fisioterapista di Novak Djokovic, portano con sé un bagaglio di esperienza e conoscenze che possono rivelarsi fondamentali per affrontare le sfide del circuito ATP.

Divertimento e Camaraderie nella squadra

Ma il team non è solo lavoro e serietà. Sinner ha messo in luce anche l’importanza del divertimento e della leggerezza all’interno della squadra. Dopo ogni allenamento, è consuetudine per i membri del team partecipare a un gioco di “pétanque”, un’attività ludica che serve a stemperare la tensione e a creare un’atmosfera di serenità.

Questo approccio informale è fondamentale per mantenere alto il morale e garantire che ogni membro del team si senta parte integrante del progetto. Aneddoti come quello in cui Sinner e il suo coach, Darren Cahill, “impallinano” il preparatore Panichi, evidenziano come il buonumore e il cameratismo siano essenziali per il successo.

Il ruolo della famiglia nella vita di Sinner

Durante il torneo, Sinner ha continuato a dedicarsi agli allenamenti con grande impegno. La sua routine mattutina al campo 17 ha attirato l’attenzione di molti tifosi, desiderosi di vedere all’opera il numero uno al mondo. Uno dei momenti più toccanti è stato quando Darren Cahill ha invitato il padre di Jannik, John Sinner, ex giocatore di football australiano, a unirsi a loro in campo. Questo gesto ha messo in risalto il legame familiare e l’importanza della comunità che circonda il giovane tennista.

La famiglia di Sinner gioca un ruolo fondamentale nella sua vita e nella sua carriera. Recentemente, il fratello maggiore Mark è arrivato a Melbourne per supportarlo durante il torneo. Mark, un vigile del fuoco, è sempre stato un punto di riferimento per Jannik, e la loro relazione è caratterizzata da un forte legame di fratellanza. Jannik ha recentemente condiviso che “ci sono cose che puoi dire solo a un fratello”, sottolineando quanto sia importante avere qualcuno con cui condividere le proprie gioie e insicurezze. Mark, adottato in Russia, rappresenta un pilastro nella vita di Jannik, e la loro connessione è visibile non solo nelle parole ma anche nei momenti condivisi.

Redazione Olympialab

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