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In semifinale Errigo   e Di Francisca

Foto: Augusto Bizzi

BUDAPEST 2013.  La terza giornata di gara ai Campionati del Mondo di Scherma di Budapest è la prima che assegna i titoli iridati. Due azzure si qualificano per le semifinali che si disputeranno alle 18: si tratta di Elisa Di Francisca e Arianna Errigo. La campionessa olimpica dopo aver superato nelle 64 la messicana Camacho per 15-4, ha sconfitto 15-8 la libanese Shaito e, nel turno delle 16, l’esperta ungherese Aida Mohamed per 15-3 per poi superare nei quarti di finale la russa Korobeynikova per 15-5. All’estremo opposto del tabellone, Arianna Errigo, nel suo percorso di gara, invece, ha prima sconfitto 15-6 la portacolori di Singapore, Wenying Wang, poi, col punteggio di 15-5, la polacca Synoradzka e, agli ottavi di finale, la francese Corinne Maitrejean per 15-3 per poi affrontare in un quarto di finale fratricida ormai classico Valentina Vezzali. La trentanovenne jesina, al rientro in pedana dopo la maternità, ha sconfitto l’altra ungherese Gabriella Varga per 12-10, poi, nel tabellone delle 32, la statunitense Prescod col punteggio di 15-13 e, nel turno delle 16, la tunisina Ines Boubakri, già sconfitta ai quarti di finale del tabellone olimpico di Londra 2012 ma alla priorità, col punteggio di 15-7. Ha però poi dovuto inchinarsi al ritmo impresso all’assalto da Arianna Errigo che ha conquistato il biglietto per le semifinali con il punteggio di 15-8.

Carolina Erba, invece, al suo esordio ha sconfitto 15-4 la turca Karamete prima di infliggere il 15-7 alla cinese Lu e di superare, in un finale al cardiopalma, l’ungherese Knapek per 14-13 alla priorità dopo una rimonta dal 3-8 e aver sprecato due stoccate di vantaggio sul 12-10.

 

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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