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Discesa: Gisin e Maze Oro ex aequo. Merighetti quarta

SOCHI 2014. Quando taglia la linea del traguardo e vede il tabellone, Tina Maze bacia la neve di Krasnaya Polyana. L’appuntamento con il suo, e per la Slovenia negli sport invernali, primo Oro olimpico, nonostante una delle sue più problematiche stagioni in Coppa del Mondo degli ultimi anni, si è compiuto. Il cronometro recita 1’41″57 lo stesso tempo della svizzera Dominique Gisin, scesa con il numero 8, che da alcune discese fatica a trattenere l’emozione e al momento della verità che la vede sul gradino più alto seppure in coabitazione si scioglie in un pianto liberatorio. Chi fatica a godere della sua medaglia di Bronzo è Lara Gut, terza a 10 centesimi da un Oro che sembrava scritto.

In una Discesa che premia i numeri bassi o quelli oltre i 25 – nelle prime 10 solo le fuoriclasse Maze e Gut sono scese con un pettorale tra il 12 e il 24 – Daniela Merighetti conquista l’amara medaglia di legno che è la medaglia d’oro del cuore; la trentaduenne bresciana, presumibilmente all’ultima Olimpiade, nelle prove si è infortunata al ginocchio che ancora ieri era dolorante eppure mette in scena una prova quasi perfetta tutto cuore e coraggio. Daniela quando arriva in fondo è sempre tra le prime, e al Rosa Khutor è quarta a 27 centesimi dal condominio sloveno – rossocrociato, a 7 centesimi dalla medaglia di Bronzo.

A chiudere la giornata svizzera c’è il quinto posto di Fabienne Suter a 0.37 dalle vincitrici, mentre si sciolgono al caldo, all’arrivo la temperatura supera i 7°, Julia Mancuso ottava, Maria Riesch tredicesima e Anna Fenninger che esce.

Elena Fanchini è dodicesima a 1″13, Verena Stuffer quattordicesima a 1″18, Nadia Fanchini dopo una parte alta ai livelli della Maze perde nel piano centrale ed è ventunesima a 1″91.

 

Risultati completi – Sci Alpino – Discesa femminile

 

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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