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EuroBasket: la Serbia ultima spiaggia

Alessandro Gentile (Foto:FIP)

PALLACANESTRO (Lubiana). Una stanchissima Italia perde 66-58 contro l’Ucraina e sciupa il primo match-ball per qualificarsi ai Campionati Mondiali dell’anno prossimo in Spagna. Pagato dunque caro lo sforzo estremo fatto nel quarto di finale di ieri contro la Lituania. Con pochissime ore di riposo, gli Azzurri hanno combattuto per tre quarti di gara contro un avversario più atletico, cedendo nell’ultima frazione. La strada per il Mondiale passa ora dall’ultima gara dell’Europeo, in programma domani, sabato 21 settembre, contro la Serbia (17.30).

“Non siamo stati in grado – spiega il CT Simone Pianigiani – di giocare 15 ore dopo la fatica contro la Lituania. Questo pomeriggio abbiamo resistito a rimbalzo ma poi sbagliando anche tiri aperti ha prevalso la stanchezza. Anche stavolta comunque ce la siamo giocata e non posso rimproverare nulla ai ragazzi, che sono rimasti a fare terapie fino alle 3 di notte. Oggi sveglia e subito in campo: questa è la formula dell’Europeo ed è chiaro che non abbiamo la stazza per giocare tante partite di fila con questa intensità. Tutte le squadre di questa competizione hanno possibilità di mettere la palla vicino canestro; non noi, che abbiamo una monotematicità obbligata. E’ un problema di ruoli e caratteristiche. Domani contro la Serbia proveremo a mettere in campo le nostre migliori armi, convinti che anche per loro non sia semplice. Dobbiamo recuperare tutte le forze che ci restano per mettere in difficoltà una squadra che ha problemi a difendere sui pick n’roll ma che ha un giocatore dominante come Krstic sotto canestro. Finora non abbiamo preso mai grossi parziali e questo dovrà succedere anche domani. Sono sicuro che anche la Serbia ha di che preoccuparsi. In ogni caso siamo contenti di essere qui a giocarci il Mondiale; è un bene per noi fare questo tipo di esperienze”.

 

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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