Sport olimpici

Giorgio che studia da Re… nonostante la rivoluzione francese

Il pentathlon italiano è a caccia di un nuovo re. E Giorgio Malan, al di là del nome, ha le caratteristiche e soprattutto il talento necessario per ambire allo scettro di migliore interprete della disciplina a livello nazionale e internazionale per i prossimi anni.

Immagine | Instagram

Da Torino a Parigi: l’oro a costo della rivoluzione

Malan, classe 2000, è nato a Torino. Atleta delle Fiamme Azzurre nel 2020 inizia a raggiungere i primi risultati e da allora è una continua ascesa. Campione italiano nel 2021 e nel 2022, ha già messo nel mirino Parigi. Poi però dovrà fare i conti con la rivoluzione della sua specialità. Il Pentathlon, infatti, viaggia verso un radicale cambiamento. Dopo il 2024 verrà eliminata l’equitazione, 110 anni dopo i Giochi di Stoccolma. Con ogni probabilità sarà inserita la corsa ad ostacoli.

Uno snaturamento che però non spaventa il ragazzo, anzi per certi versi lo aiuta. I suoi punti di forza sono la corsa e il nuoto. Due discipline, che per sua stessa ammissione, gli danno maggiore sicurezza quando deve gareggiare. Soffre maggiormente l’equitazione e la scherma, lavora sul tiro dove ritiene di avere maggiori margini di miglioramento. Nel frattempo i due successi consecutivi nei campionati italiani rappresentano una bella iniezione di fiducia.

Un ragazzo che si divide fra studio, allenamenti e coaching

Il 2023 è un anno particolarmente importante perché mette in palio i “pass” per Parigi. Giorgio ne è consapevole e si sta allenando molto duramente. Anche tre o quattro sport al giorno. Un solo giorno dedicato al riposo: la domenica, per recuperare dagli sforzi e tracciare anche un bilancio di settimana in settimana. Del resto, un pentatleta deve curare ogni minimo dettaglio. E di conseguenza anche il lavoro si caratterizza per un menu piuttosto variegato, in funzione delle esigenze e dei particolari da mettere a punto. Anche quello psicologico.

Immagine | Envato Elements

Malan, da ragazzo, soffriva di ansia da prestazione che lo portava a non gestire al meglio la gara. Il suo segreto? Approcciare al giorno della gara come un momento in cui divertirsi, oltre che competere. E anche le idee per il post carriera, sebbene quel momento sia ancora lontano, sono molto chiare.

Giorgio studia Economia e Management alla LUISS, una delle più prestigiose università italiane. Ovviamente la scelta del ramo è ricaduta nel suo ambito. Vuole specializzarsi nel marketing sportivo in modo da costruirsi un futuro manageriale. Nel frattempo può puntare al 2024. La scrivania da dirigente, per adesso può attendere. C’è Parigi da conquistare prima della rivoluzione…

Luigi Pellicone

43 anni, laureato in Lettere Moderne giornalista dal 2007. Da quando la serie A ha deciso di fare a meno del mio talento, ho riversato i miei lampi di classe nella scrittura. Seguo sport e politica sul campo senza soluzione di continuità. Circondato da sole donne in famiglia, mi preparo per le Olimpiadi fra 3000 siepi, salto in alto, in lungo e corsa a ostacoli, inseguendo, spesso invano, il mio inaffidabile labrador. Alle spalle, un paio di vite spese fra agenzie di stampa, quotidiani e siti web. Un presente e un futuro ovviamente, tutto da scrivere

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