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Il risveglio del remo   e il ritorno di La Mura

CANOTTAGGIO (Lucerna). Sono lusinghieri i risultati del canottaggio italiano che sono stati registrati nella prova di Coppa del Mondo di Lucerna, prima vera prova del fuoco della nuova gestione con il ritorno di Giuseppe La Mura, 72 anni, come direttore tecnico del remo azzurro. Sull’onda dei trionfi dei fratelli Abbagnale, La Mura dal 1993 al 2004 occupò già questo ruolo e in undici anni arrivarono tra Mondiali, Europei e Olimpiadi 76 medaglie, un bottino notevole. Poi, come accade nelle aziende quando arriva un nuovo manager che teme l’ombra della gestion precedente, tutto fu buttato all’aria. Qualche mese fa lo stesso dottor La Mura così raccontò quelle fasi, “Basta, qui comincia una nuova èra… Furono le parole del signor De Capua quando nel maggio del 2005 si insediò come direttore tecnico del canottaggio italiano, nel ruolo che io avevo ricoperto con eccellenti risultati. E tutto il mio materiale, anni di lavoro, studi, dati sugli atleti, un patrimonio della federazione, finì tra i rifiuti di Piediluco, davanti al Centro Federale Canottaggio. Solo una parte di quella documentazione fu salvata grazie al tempestivo intervento di due allenatori. Cominciò un’opera di demonizzazione, in sottofondo. C’era un gruppo di dirigenti che da 12 anni stava all’opposizione, voleva governare e ci accusava di lavorare male“.

Ora il dottore è ritornato al timone, è il caso di dirlo, chiamato dal suo nipote-discepolo Giuseppe Abbagnale, nuovo presidente della Federazione. “In questi otto anni, per esempio, si è praticamente dimenticato quanto sia importante effettuare la misurazione antropometrica degli atleti, per vincere è fondamentale. Poi emerse la teoria che meno allenamento e meno stress offrissero maggiori chance di vittoria: io capii subito che quella scelta avrebbe potuto portare risultati disastrosi. Infatti a Londra 2012 è arrivata una sola medaglia, e fu un miracolo. Ora gli atleti, anche coloro che anni fa si lamentavano dei miei metodi, hanno capito che si doveva cambiare: in gara non riuscivano più a esprimere le loro potenzialità, si sentivano impotenti di fronte agli avversari. E rieccomi qui. Il mondo del remo voleva un ritorno al passato, ma non sarà una riproposizione tale e quale di quello che è stato, piuttosto l`adeguamento di quel metodo agli anni 2000”.

Il Canottaggio immune dal doping? Il dottor La Mura non è così illuso dal pensarlo ma sa che la disciplina non è solo forza fisica, “il miglior doping è un allenamento perfetto e una tecnica eccellente. E’ la strada giusta per ottenere grandi risultati: ai loro tempi Giuseppe e Carmine hanno battuto molti dopati. Il doping ematico può essere efficace in certi sport di lunga durata come il ciclismo, lo sci di fondo, la maratona, ma nel canottaggio la tecnica è un fattore così determinante che il doping non può aiutare. Con un`ottima tecnica si può migliorare il proprio potenziale anche del trenta per cento”.

Redazione Olympialab

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