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Il ritorno di Spinazzola: quante resurrezioni nello sport

Spinazzola finalmente a pieno regime. Una prova delle sue contro il Salisburgo, dopo la sfida con l’Hellas Verona. Sgroppate, gol e assist. Una buona notizia  per i tifosi della Roma e quelli della nazionale. Il 2021 dell’esterno sinistro è stato sicuramente indimenticabile, nel bene e nel male. Il terzino della Roma è stato grandissimo protagonista sia in campionato, sia in azzurro. A Euro2020, prestazioni maiuscole che gli sono valse per ben due volte il titolo di man of the match. A rovinare tutto, però,  il gravissimo infortunio contro il Belgio. Dal  79′ della sfida contro i Diavoli Rossi è cambiato tutto. Spinazzola si è lesionato il tendine d’Achille e nell’Italia, al netto della straordinaria cavalcata che ha portato gli azzurri sul tetto d’Europa, più di qualcosa si è rotto. Quasi due anni di calvario, ma si sono rivisti sprazzi del calciatore che potrebbe ripercorrere le orme di illustri colleghi dello sport.

Tiger, l’incidente e la rinascita

Immagine | Creative Commons @Theflowerbar

La storia di Woods è un intreccio fra talento, vita privata e infortuni. Il golfista più giovane a vincere un Major alterna grandi successi sul campo da golf a problemi nella vita privata. Vince tutto ciò che è possibile sino al 2009 quando è ritrovato ferito alla guida del suo SUV in Florida. Una storia che lascia vari strascichi sulla sua vita privata. Il golfista annuncia il ritiro ma nel 2011 torna a vincere e raggiunge nuovamente la vetta nel 2013 a dispetto dei primi problemi alla schiena che poi continueranno a tormentarlo causandogli anche un arresto per guida in stato d’ebbrezza dovuto però al mix di medicine per curarsi dal mal di schiena. Era tornato per riprendersi la vetta del golf, ma nel 2021 la sua carriera era nuovamente a rischio per un incidente d’auto che gli ha causato fatture a entrambe le gambe. Il ritorno, al Masters già vinto per la quarta volta nel 2019.

Yuri, l’uomo degli anelli

Corre l’anno 1992 e Chechi è il grande e indiscutibile favorito per l’oro alle Olimpiadi di Barcellona. Il destino, però, è dietro l’angolo e punta al tendine d’Achille del ginnasta italiano, che è costretto a riporre nel cassetto il sogno a cinque cerchi. Chechi, però, non si arrende e ricomincia ad allenarsi e…vincere. L’appuntamento è solo rimandato al 1996, quando trionfa ad Atlanta. Nel 1997 annuncia il suo ritiro, ma nel 1999 decide di tornare a gareggiare. Il tendine del bicipite cede nel 2000, poco prima di Sydney, ma Chechi non molla e coglie un’insperata medaglia di bronzo nel 2004.

Valanga di sfortuna

Deborah Compagnoni è una predestinata. Nata in Valtellina, inizia a imporsi giovanissima sulle piste di tutto il mondo. Nel 1988 però, subisce un grave infortunio: la rottura del ginocchio destro. Le immagini della ragazza commuovono il mondo sportivo, ma Deborah ha talento pari alla volontà. Torna a inforcare gli scarponi e vince tutto il vincibile. Mondiali in tutte e quattro le specialità dello sci alpino moderno e trionfo alle Olimpiadi invernali di Albertville nel 1992 quando si rompe nuovamente i legamenti. Si rialza nuovamente e nei giochi di Lillheammer conquista il suo secondo oro olimpico. Nel 1998 a Nagano, alla sua ultima presenza olimpica, trionfa nello slalom gigante divenendo la prima atleta a vincere tre ori in diverse edizioni dei giochi.

Ronaldo, fenomeno di guarigione

Immagine | Creative Commons @Alex Carvalho from Rio de Janeiro, Brasil

Luis Nazario da Lima, per molti, il “vero” Ronaldo. Il Fenomeno. Se non fosse stato martoriato dagli infortuni. Talento pari alla fragilità. Un ginocchio ballerino gli impedisce di essere ai livelli di Pelè e Maradona. Il brasiliano perde la finale del 1998 a causa di un malore non ancora meglio compreso. Poi un grave infortunio sembra chiuderne la carriera. È il 1999, semifinale di Coppa Lazio-Inter. Ronaldo al rientro dall’infortunio tenta il doppio passo e…crac. Rottura del tendine rotuleo. Una sentenza pesantissima. Il brasiliano non molla: nel 2002 con otto reti in sette partite, trascina il Brasile al suo quinto titolo mondiale.

Divin Codino e ginocchio di cristallo

Chi ha sofferto spessissimo per le ginocchia è Roberto Baggio. Il primo infortunio arriva il 5 maggio del 1985, al ginocchio destro: saltano crociato anteriore e menisco. Allora, la medicina non era così evoluta, e a settembre del 1986 il Divin Codino esordisce finalmente in serie A. Pohce settimane dopo, un nuovo infortunio al menisco che lo ferma per un altro anno. La sfortuna non gli ha impedito di vincere il Pallone d’Oro e di entrare nella storia del calcio italiano.

Luigi Pellicone

43 anni, laureato in Lettere Moderne giornalista dal 2007. Da quando la serie A ha deciso di fare a meno del mio talento, ho riversato i miei lampi di classe nella scrittura. Seguo sport e politica sul campo senza soluzione di continuità. Circondato da sole donne in famiglia, mi preparo per le Olimpiadi fra 3000 siepi, salto in alto, in lungo e corsa a ostacoli, inseguendo, spesso invano, il mio inaffidabile labrador. Alle spalle, un paio di vite spese fra agenzie di stampa, quotidiani e siti web. Un presente e un futuro ovviamente, tutto da scrivere

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