Sport invernali

Jacobs, una corsa… ad ostacoli fra alti e bassi

Marcell Jacobs ancora indietro. Il velocista italiano, campione olimpionico dei 100 metri, non è riuscito a imporsi sui 60 metri indoor dopo due anni di imbattibilità e venti successi consecutivi. È rimasto dietro prima a Ferdinand Omanyala al Meeting di Lievin (6.54 contro 6.57) e poi ha ceduto il passo all’uomo nuovo dell’atletica leggera: Samuele Ceccarelli capace di correre un decimo più veloce (6.54 contro 6.55).

Photo by Bob Ramsak licensed under CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/deed.en)

Il buongiorno si vede dal mattino: serve più smalto

Jacobs, dopo un 2022 da montagne russe, non inizia nel migliore dei modi il 2023 e sebbene questi eventi non abbiano i crismi del grande appuntamento rappresentano comunque un segnale in vista del mondiale dove insegue l’oro per completare un palmares straordinario. Se il buongiorno si vede dal mattino, però, la sensazione è che Jacobs dovrà recuperare smalto e, di conseguenza, terreno. Non sarebbe la prima volta in una carriera costellata da alti e bassi e tanti problemi fisici. Il corpo del velocista è un meccanismo assai delicato. E quello di Jacobs non fa eccezione: al termine dei 60 metri di Ancona Jacobs si è toccato la coscia sinistra e il suo viso ha tradito sensazioni poco positive. Le smorfie di dolore destano più di qualche preoccupazione e lasciano spazio all’idea di una convivenza forzata con i problemini fisici che pero, come ha dichiarato lo stesso Jacobs, non devono trasformarsi in alibi.

Marcell, una carriera di alti e bassi

Il 2023 non è una stagione qualunque. Jacobs è atteso dai mondiali e solo 18 mesi lo separano da Parigi. Nell’atletica leggera questo lasso di tempo corre veloce quanto un centometrista. Un velocista sui generis, Jacobs, fortissimo ma incapace di dimostrarlo sino al “clic” del 2019. In quella stagione lascia il salto in lungo e si dedica alla velocità pura partendo da un buono ma non ottimo 10”08 di personale.

Si migliora sin da subito, a Padova, correndo in 10”03. A Doha, ai Mondiali, stacca un 10”07 e il 6 marzo del 2021 vince l’oro agli europei nei 60 metri con 6”47. Il 13 maggio abbassa il record italiano a 9”95 abbassandolo di un decimo in batteria a Tokyo. In semifinale corre in 9”84. In finale Giappone schianta tutti: 9.80. Oro olimpico nei 100 metri. Un sogno dopo tante occasioni in cui aveva racimolato più infortuni che successi. Da allora, gli è capitato di tutto. Le aspettative crescono, le responsabilità iniziano a pesare come macigni. Occorre gestire il fisico, gli allenamenti, le insinuazioni e le critiche.

Foto di pubblico dominio

Dopo l’oro, Jacobs rinuncia a tutte le competizioni del 2021 fra affaticamenti e problemi al ginocchio e torna a febbraio del 2002 imponendosi a Berlino e Lodz nei 60 metri. Vince anche l’Europeo con 6”41. Sui 100 metri salta tre appuntamenti di Diamond League e a Oregon dà forfait in semifinale. Le critiche e le perplessità sono cancellate agli Europei di Monaco di Baviera 2022 dove vince la finale con il tempo di 9″95.

Le prospettive del 2023? Quelle del 2022. Correre per dover dimostrare che Tokyo sia stato il frutto del lavoro e non il volo di una rondine che non fa primavera. Il 2022 ha lasciato in eredità comunque un ragazzo ancora ai vertici nel mondo della velocità pura. Qualcuno gli chiederà di vincere la seconda Olimpiade, per scrivere la storia. Dimenticando, forse, che l’ha già fatto…

Luigi Pellicone

43 anni, laureato in Lettere Moderne giornalista dal 2007. Da quando la serie A ha deciso di fare a meno del mio talento, ho riversato i miei lampi di classe nella scrittura. Seguo sport e politica sul campo senza soluzione di continuità. Circondato da sole donne in famiglia, mi preparo per le Olimpiadi fra 3000 siepi, salto in alto, in lungo e corsa a ostacoli, inseguendo, spesso invano, il mio inaffidabile labrador. Alle spalle, un paio di vite spese fra agenzie di stampa, quotidiani e siti web. Un presente e un futuro ovviamente, tutto da scrivere

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