MILANO. A guardarla vengono i brividi. Chi la vedrà, stasera, dentro il catino calcistico dello stadio Mario Filho, sì, il Maracanà, sarà percorso da scosse e farà sgorgare lacrime dagli occhi. Per chi la ama è così, nonostante tutto. Per chi la ama è così, nonostante tutti. Sotto quella fiamma ci sono talmente tanti sogni che niente li può fermare. D’altronde i sogni non muoiono, semplicemente cambiano. A vedere bene, molto si potrebbe dire di questa Olimpiade numero Trentuno dell’Era Moderna, ma quando la Fiamma si accende non si può spegnere l’amore per lo sport. Nemmeno se c’è ingiustizia intorno. Il motivo? Semplice: lo sport è uno dei motori dell’umanità, è uno dei più grandi bacini di valori e di sogni, di azioni e di qualità positive, tra quelli che muovono la terra. Se smettiamo di credere in quello, nonostante tutti i cancri di cui soffre, meglio farla finita. Allora godiamoci Rio, godiamoci il cambiamento, godiamoci le nuove rotte che ha preso la storia di Olimpia. Sperando che ci sappiano emozionare. D’altronde per farsi emozionare dalla vita basta poco: basta accogliere quello che arriva e guardare dalla parte della bellezza. A Rio di bellezza ce ne sarà tanta, come in ogni edizione di questa fabbrica delle emozioni che si chiama Olimpiade.
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