Max Verstappen ha legato il suo nome a quello della Red Bull, la scuderia con cui gareggia dall’ormai lontano 2016 dove resterà almeno fino a tutto il 2028
Un binomio tra i più vincenti dello sport mondiale, o perlomeno nella storia della Formula 1. Quella tra Max Verstappen e la Red Bull è una delle sinergie più indovinate di sempre, una di quelle destinate a entrare nella storia e a far parlare di sè per tantissimi anni. Il team austriaco ha già conosciuto un periodo di successi e grandi vittorie grazie a Sebastian Vettel, che dal 2010 al 2013 riuscì a conquistare ben quattro titoli mondiali.
Ma questo di Verstappen, ormai a un passo dal terzo alloro iridato consecutivo, può trasformarsi in un dominio lungo e incontrastato alla luce della distanza siderale in termini di competitività tra la scuderia di Milton Keynes e le rivali.
Tanto che molti osservatori si domandano se sia la qualità della vettura a fare la differenza o quella del pilota. Una risposta netta a questa domanda, peraltro legittima, ad oggi non c’è. O meglio, il fronte degli osservatori e degli esperti è spaccato in due: da un lato c’è chi considera Verstappen un autentico fuoriclasse in grado di imporsi anche in altre scuderie, dall’altro chi sostiene viceversa che a fare la differenza sia l’assoluta competitività della Red Bull.
Un interrogativo che dunque rimane in sospeso senza una replica univoca. Tra i grandi campioni del passato il più coraggioso di tutti resta ad oggi Michael Schumacher che dopo i due titoli iridati conquistati al volante della Benetton accettò il trasferimento a una Ferrari che all’epoca era molto indietro nelle gerarchie della Formula 1.
E fu proprio grazie a Schumi che il team di Maranello diede vita a un quinquennio di dominio assoluto. Secondo alcuni Max Verstappen dovrebbe compiere lo stesso percorso del suo illustre predecessore, per dimostrare di essere davvero il migliore. Non sembra pensarla così Johnny Herbert, ex pilota Benetton.
Secondo l’ex campione inglese non è scritto da nessuna parte che il campione olandese debba cambiare team per convincere i pochi scettici rimasti: “Verstappen non deve vincere in un’altra squadra per essere considerato uno dei più grandi di questo sport, sarebbe ingiusto. Se va in un altro team, Max deve avere la possibilità di vincere le gare e un titolo con quella macchina”.
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