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Olimpiadi, Lolo Jones e il potere dei media

La pagina della NBC dedicata al Bob

SOCHI 2014. I media statunitensi, soprattutto la NBC che nel 2011 ha sborsato la bellezza di quattro milioni e mezzo di dollari per i diritti TV delle Olimpiadi fino al 2020, hanno, anzi avevano un problema. Ritirata l’icona dello Short Track Apolo Ohno, nessuna pattinatrice in grado di ambire ad una medaglia preziosa, avevano puntato tutto per Sochi su Lindsey Vonn che nelle scorse settimana ha dovuto alzare bandiera bianca per colpa del ginocchio ballerino. Trovare una nuova icona che potesse spingere le trasmissioni è diventate una impresa ma alla fine sembra che la caccia sia andata a buon fine: il volto da mostrare ovunque, in ogni segmento di trasmissione, con il logo NBC sarà quello di Lolo Jones, la bella velocista a stelle e strisce, con un paio di Ori mondiali indoor nei 60 hs, che è stata convocata nella squadra di Bob.

C’è un però: secondo molti osservatori proprio per il suo appeal televisivo Lolo Jones sarebbe stata preferita ad almeno una compagna, la frenatrice Katie Eberling, con maggiori titoli per la convocazione. E la scelta sarebbe stata fortemente guidata proprio dalla catena televisiva. Sulla pagina ufficiale della squadra americana i commenti negativi si sprecano: c’è chi scrive “una disgrazia” o chi lamenta “tutta politica” e chi fa notare che forse la selezione è stata fatta sulla base del numero di follower su Twitter delle due contendenti. 374.000 per Lolo Jones, 796 per la Eberling. Qualcosa di simile sarebbe accaduto anche se la differenza era meno evidente per la scelta di Ashley Wagner al posto della vincitrice dei campionati nazionali Mirai Nagasu nel Pattinaggio Artistico. Oltre oceano attenti reporter come Selen Roberts sottolineano come il ruolo nascosto nelle scelte degli atleti da parte della NBC si debba far risalire alle Olimpiadi sin dai tempi di Atlanta. Epigono delle prime fasi sarebbe stato il team di ginnastica artistica guidato da Bela Karoly dove gli ultimi posti in squadra sarebbero sempre stati assegnati più con un occhio al gradimento televisivo che ai risultati sportivi. E non è certo un caso se negli ultimi servizi sul Bob, una disciplina normalmente poco seguita negli States, il lancio prima della pubblicità della NBC stia diventando ormai un “tra poco parleremo con Lolo e il resto della squadra”. Così in realtà avviene con le altre bobbiste a fare da comparsa alla favola della sconfitta di Londra che cerca la sua rivincita tra le nevi a Sochi, come in un film scritto male chioserebbe Guccini.

Gli inviati di Sports Illustrated hanno posto direttamente e in pubblico la domanda su quanta influenza abbiano avuto nella scelta ai dirigenti della NBC che hanno glissato mentre il presidente del Comitato Olimpico statunitense ha definito il tutto pretestuoso. Resta il fatto che l’America ha trovato la copia conforme di Lindsey Vonn che stava cercando dal momento dell’annuncio del suo forfait.

 

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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