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Verso Barcellona: 1982,   il Bronzo di Franceschi

La Stampa – 9 agosto 1982

NUOTO. E’ l’estate di Pablito Rossi e della vittoria ai mondiali calcistici di Spagna; nel mese di agosto il mondo degli sport acquatici si ritrova a Guayaquil, in Ecuador. Nei tuffi non ci sono più Klaus Dibiasi e Giorgio Cagnotto, dopo ottimi anni Settanta la Pallanuoto è in un momento di riflusso e l’unica medaglia italiana arriva dal nuoto nell’ultima giornata. “Giovanni Franceschi, detto John, ce l’ha fatta in extremis”, racconta La Stampa, “nell’ultima giornata dei quarti campionati del mondo di nuoto ha guadagnato per sé e per la squadra azzurra la tanto sospirata medaglia, la sola finita nel magro carniere italiano a Guayaquil. Non è un’impresa da poco, anzi è una piccola grande impresa: il nuoto mondiale avanza, risente forse in vetta della crisi statunitense manifestatasi in questi mondiali, la media si eleva, tanti Paesi sono competitivi, arrivare al podio è sempre più difficile”.

Franceschi ci arriva nei 200 misti, entrando in finale con il terzo tempo, in una finale dove gli avversari cadono come birilli; davanti il russo Sidorenko, campione olimpico, e lo statunitense Barrett fuggono e li si rivede solo al tocco finale. John combatte bracciata su bracciata contro il tedesco orientale Berndt e le frazioni a rana e a stile libero lo portano sul podio.

Non ci sono, purtroppo, in rete immagini di quella gara ma la carriera di Giovanni Franceschi merita la menzione e l’onore delle immagini. Argento nei 200 misti e Bronzo nei 400 l’anno prima ai Campionati Europei di Spalato, la sua migliore stagione è il 1983 quando ai Campionati Europei di Roma conquista un doppio Oro con primato europeo. Nel 1984 si presenta alle Olimpiadi di Los Angeles come uno dei favoriti ma, e gli anni diranno di una sciagurata preparazione non dipendente dalla sua volontà, si deve accontentare dell’ottavo posto nella finale dei 400 misti.

 

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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