INCHIESTE. Derek Boosey è un tipo particolare. Triplista di un certo livello con una partecipazione olimpica a Mexico City nel 1968 sotto i colori della Gran Bretagna, ha poi intrapreso una carriera da organizzatore di eventi arrivando a essere il boss dei Giochi del Commonwealth edizione del 1982. Boosey è stato un’atleta, ma è anche un manager, è un tipo avveduto e lungimirante. Lo scorso 10 luglio, il nostro, ben conscio di cosa voglia dire organizzare una manifestazione di livello internazionale, ha scritto un appello che potete leggere nella sua versione integrale qui. Il nostro è partito dal condivisibile ragionamento dato dal fatto che organizzare le Olimpiadi sia da sempre un’operazione dispendiosa e complicata sotto il profilo finanziario, come conferma il dissesto in cui versa l’organizzazione di Rio 2016 e in cui versano le istituzioni coinvolte nella stessa manifestazione come il Governo dello stat. Per questo motivo e per tutte le altre tracce di sanguinamenti vari che ancora escono dalle città ospitanti del passato, Boosey ha lanciato l’appello chiaro di restituire le Olimpiadi a Olympia. Già, alla nostra cara Olympia. Ha proposto, nel suo dettagliato appello, che tutti i Comitati Olimpici Nazionali contribuiscano, per quota parte legata al Pil, alla creazione di un sito olimpico permanente adeguatamente attrezzato proprio nei pressi della cittadina greca che ha dato i natali ai Giochi. Ha parlato di un sito da mantenere costantemente sotto l’egida del Cio, naturalmente buono e attrezzato anche per i Giochi Paralimpici. Precisa e numericamente sostenibile la sua analisi, lungimirante il concetto: se l’Olimpiade itinerante crea scompensi, allora fermiamola e costruiamole un tempio adatto. Certo l’operazione dovrebbe portare il Cio, supportato adeguatamente, ad acquisire una grande porzione di terreni circostanti la cittadina ellenica, ma è chiaro e chiaro resta che lì, spazio, ce n’è in abbondanza.
Nei periodi olimpici il sito sarebbe animato dalle competizioni, ma nel periodo tra un evento e l’altro Boosey suggerisce una gestione dello stesso come una città dello sport che formi tecnici, allenatori e atleti del futuro, nell’ambito di una chiara conservazione dei valori olimpici e della tradizione. Una proposta che Olympialab vuole condividere e che cercherà di portare avanti in futuro.
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