Eroi moderni

Atletica, la storia di Charlotte Payne, la lanciatrice sorda

Poche ore ai mondiali di atletica leggera: Budapest regalerà tante storie da raccontare ma dall’Inghilterra, al netto del risultato finale che conseguirà, arriva un’atleta che ha già vinto: Charlotte Payne, lanciatrice sorda del lancio dl martello.

Due volte campionessa britannica

Il lancio del martello è, notoriamente, una delle specialità che richiede una preparazione particolare sia fisica che tecnica. La 21enne ha vinto gli ultimi due titoli britannici, migliorando il suo record personale, lanciando a oltre 72 metri, ed è pronta a fare il suo debutto ai Campionati del Mondo a Budapest, coronando il suo sogno. Adesso può competere contro alcuni grandi nomi nonostante abbia dovuto superare enormi difficoltà. La ragazza, che soffre di sordità, ha dovuto imparare, oltre alla tecnica di lancio, anche a isolarsi dai numerosi fastidi. Il vento, ad esempio: non solo deve essere interpretato per raggiungere la maggiore distanza possibile, ma anche “ignorato” per i fastidi che crea al suo apparecchio acustico. La ragazza però è scesa a compromessi con i propri limiti e li ha superati: ha vinto la sua prima medaglia internazionale conquistando l’argento ai Campionati Europei Under 23 di luglio in Finlandia.

Sulle orme di Sophie Hitchon

Charlotte, nella sua specialità, ha un modello da seguire: Sophie Hitchon, medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Rio 2016 e, oltre a essere l’unica donna britannica ad aver vinto una medaglia al martello ai Giochi Olimpici o ai Campionati del Mondo, ha anche stabilito il record nazionale di 74,54 metri. Nel suo viaggio verso Budapest, si è avvicinata e di parecchio con un record personale di 72,51. Non è la sola: sono ben otto, le atlete che sono riuscite a lanciare oltre il muro dei 65 metri. E tutto lascia credere che l’età dell’oro del martello, in Gran Bretagna, possa arrivare entro qualche anno. A differenza dei velocisti e dei saltatori, i lanciatori del martello devono combinare forza, potenza, agilità e coordinazione: un insieme di fattori che portano gli atleti a raggiungere il picco delle loro carriere in età avanzata.

Margini di miglioramento inesplorati

Immagine | Epa

Considerando che si sta parlando di una ragazza poco più che ventenne, i margini di miglioramento sono ampi quanto ancora inesplorati: “Ci è voluto un po’ per abituarmi, per accettare che ora sono lassù, a competere contro alcuni grandi nomi”, ha detto Payne alla BBC, spiegando che non vuole essere identificata come “storia da raccontare” per il suo limite, ma per i risultati che otterrà. “Non è più ciò che mi definisce. Sono un lanciatore di martelli e sto facendo tutto il possibile per ottenere ciò che posso ottenere con il martello. La mia sordità viene dopo”.

Luigi Pellicone

43 anni, laureato in Lettere Moderne giornalista dal 2007. Da quando la serie A ha deciso di fare a meno del mio talento, ho riversato i miei lampi di classe nella scrittura. Seguo sport e politica sul campo senza soluzione di continuità. Circondato da sole donne in famiglia, mi preparo per le Olimpiadi fra 3000 siepi, salto in alto, in lungo e corsa a ostacoli, inseguendo, spesso invano, il mio inaffidabile labrador. Alle spalle, un paio di vite spese fra agenzie di stampa, quotidiani e siti web. Un presente e un futuro ovviamente, tutto da scrivere

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