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Bob Beamon: 45 anni fa il salto su Mexico City

STORIE. Olimpiadi di Città del Messico, è il 18 ottobre 1968 quando si svolge la finale del Salto in Lungo. Alla prima prova, Bob Beamon, atleta ventiduenne di New York che aveva rischiato di non qualificarsi per la finale dopo i primi due salti nulli delle qualificazioni, effettua la rincorsa perfetta, uno stacco impeccabile, il salto perfetto ed atterra a 8,90 (45 centimetri oltre il precedente record del mondo detenuto dallo statunitense Ralph Boston e dal sovietico Igor Ter-Ovanesyan). L’impianto di misurazione dello stadio arriva solo sino a 8,40 e per effettuare la misurazione i giudici sono costretti a ricorrere ad un metro di ferro. Trascorrono quasi una decina di minuti e poi appare sul tabellone l’incredibile misura; Beamon non è abituato a ragionare in termini di sistema metrico decimale e tutto subito non capisce la portata dell’impresa, solo quando qualcuno gli dice che ha superato i 29 piedi resta come fulminato dal suo risultato.

Un’impresa sicuramente favorita dalle condizioni di rarefazione dell’aria della capitale messicana, condizioni che però favorivano allo stesso modo tutti gli atleti. Il salto di Bob Beamon rimase record del mondo per 23 anni sino agli 8.95 di Mike Powell ai Mondiali di Tokyo, è tuttora record olimpico e seconda prestazione mondiale di sempre. La rivista Sports Illustrated ha inserito l’impresa messicana di Bob Beamon tra le cinque migliori momenti sportivi del XX secolo.

Su La Stampa. Bruno Perucca commentò (in fondo prevedendo un futuro che sarebbe arrivato anche se non foriero di risultati come atteso) “Pareva che i risultati da fantascienza dell’atletica leggera di questa Olimpiade a 2270 metri di quota, con il tartan e con il vento sempre favorevole ma non troppo, avessero raggiunto il tetto con la competizione del salto triplo.
Ieri è accaduto di peggio, ed è veramente il caso di usare questa parole perchè la misura di metri 8,90 con la quale l’americano Bob Beamon ha vinto il salto in lungo, ha praticamente “ucciso” tutte le gare future di questa specialità, non si sa per quanti anni; almeno per quanto riguarda l’Europa dove certe condizioni ambientali sono difficilmente ripetibili. Occorrerebbe fare una pista in tartan al Colle del Sestriere, ma si snaturerebbe lo sport, diverrebbe per certe gare una palestra da mondiale. Invece qui è tutto normale, è logico che Città del Messico, una delle più grandi capitali del mondo ospiti i Giochi”.

 

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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