La lunga e improduttiva estate di João Félix: 33000 chilometri e nessun minuto in campo. Il calciatore portoghese vive con apprensione l’ultimo mese di mercato. La sua parabola, da discendente, potrebbe diventare… precipitante.
L’Atletico Madrid è rientrato alla base dopo due settimane a Seoul per un tour mondiale che è servito a espandere il marchio, a caro prezzo soprattutto atletico: ore di viaggio, sbalzi di temperatura, orari. Esperienza particolarmente complicata per tutti, in primis per João Félix. Il portoghese, che non voleva neanche far parte della spedizione, si è confrontato con le scelte e le esigenze del club. A Madrid sono stati irremovibili: tutti i giocatori della rosa in grado di scendere in campo, sarebbero saliti sull’aereo. Compreso Félix che, come previsto, non ha giocato un minuto.
Per João è stata un’estate difficile sin dal raduno quando ha mostrato, anche abbastanza chiaramente, di non essere a suo agio. Né si è preoccupato di nasconderlo. Mentre si allenava con l’Atletico, il procuratore ha cercato di trovare una via d’uscita. Nel frattempo, dopo il secondo allenamento, prima dell’esordio contro il Team-K, Félix ha avvertito i primi problemi e non si è né più allenato, né più visto. Simeone non si strappa i capelli: nella sua gerarchia, João Félix è il quinto attaccante. Il tecnico argentino negli ultimi allenamenti ha svolto esercitazioni con due squadre da undici e nessuna ha visto la partecipazione di João Félix. Nell’Atletico A, Griezmann e Memphis, in quello B, Correa e Morata. Per João Félix, qualche serie di corsa a bordo campo prima di tornare e negli spogliatoi.
Se non è stato facile fisicamente, non lo è stato nemmeno mentalmente sin dal primo giorno. Il ragazzo non vuole restare all’Atletico, né Simeone punta su di lui. E anche i suoi comportamenti sono quelli di chi è lontano, anche di testa, dal gruppo. Difficilmente ha regalato sorrisi ai tifosi o battute con i compagni in campo. Ora João Félix è tornato a casa, dopo quattro voli, 33.000 chilometri, zero minuti in campo e appena quattro allenamenti. Una settimana dopo l’inizio del campionato e tre settimane dopo la chiusura del mercato, che avanza senza che si presentino le attese pretendenti. E se alla fine dovesse restare all’Atletico Madrid? Una soluzione che il ragazzo e il suo entourage vorrebbero scartare. Di offerte reali e di pretendenti, però, neanche l’ombra. Il rischio di passare da stella nascente a cadente sembra reale. Anche perché pochi sport come il calcio sanno essere spietati
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