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Canottaggio: eccessi da luna di miele

Si sono conclusi in mattinata i Campionati Mondiali di Canottaggio di Chungju, i primi dell’era Giuseppe Abbagnale presidente federale e dottor La Mura responsabile tecnico, e i giudizi che si leggono trasversalmente sulla stampa e sui siti, specializzati e non, paiono alla luce dei risultati essere orientati ad un eccesso di trionfalismo, una luna di miele prolungata che risente del fascino nostalgico dei personaggi alla conduzione del remo azzurro. E’ vero, come riporta, il sito della Federazione che l’Italia appare al vertice del medagliere per nazione con 8 medaglie (3 d’oro, 2 d’argento, 3 di bronzo) davanti all’Australia con 6 medaglie (3 d’oro, 2 d’argento, 1 di bronzo) ed alla Gran Bretagna terza con 8 medaglie (3 d’oro, 5 di bronzo). E’ pur vero che questo risultato si ottiene riunendo i risultati di specialità olimpiche, armi non olimpici (dove abbiamo raccolto medaglie in finali con tre o quattro nazioni partecipanti) e para-rowing.

Torniamo alla osservazione veramente significativa, quella degli armi olimpici: nel medagliere che conta siamo ottavi. Guida la Gran Bretagna con 2 Ori e 3 Bronzi, seguita dalla Norvegia con due Ori e dalla Nuova Zelanda che con un Oro, tre Argenti e un Bronzo è la nazione ad avere conquistato più medaglie insieme alla Germania (1-2-2).

Si tratta di una chiave di lettura che meglio fornisce la situazione del rem0 azzurro nelle graduatorie mondiali, una buona posizione ma non da tronfalismi.

Entrando nel dettaglio della partecipazione occorre, innanzitutto sottolineare che, come spesso accade alle gestioni federali che subentrano ad anni di criteri troppo selettivi e talvolta soggettivi (ogni riferimento alla FIDAL è puramente voluto), si è scelto di portare in Corea il maggior numero di armi possibile, ben 12 contro i 10 dell’edizione di Bled 2011 e gli 8 dell’edizione di Lake Karapiro del 2010. Sono arrivate due medaglie (un Oro e un Bronzo) contro le tre di Bled (un Argento e due Bronzi) e le due dell’edizione neozelandese (due Argenti); sei finali (furono quattro a Bled e cinque nel 2010).

Analizzando settore per settore emerge come manchi all’appello almeno una medaglia ed una finale nei Pesi Leggeri maschili, un settore da sempre favorevole al remo azzurro. Pochi i segnali incoraggianti nel mondo femminile senior mentre il Doppio Pesi Leggeri di Laura Milani ed Elisabetta Sancassani ha vinto il titolo mondiale. Assegnare la loro storia di successo alla nuova gestione è impresa difficile: la scelta di far entrare Sancassani nei Pesi Leggeri è stato una delle idee di successo di Josy Verdonkschot che ha iniziato a dare i frutti già lo scorso anno. Per chiudere la rassegna con i Senior maschile la situazione è “stagnante”: la solita medaglia, tre finali come da media, gli uomini da finale mondiale sono sempre otto, al massimo dieci come nel 2010, da far girare a piacimento.

Insomma, si chiude una edizione dei Mondiali che per l’Italia è senza infamia e senza lode, da ampia sufficienza ma lungi da trionfalismi eccessivi. Se l’esperienza raccolta con una larga partecipazione pagherà lo sapremo solo in futuro. La luna di miele è però vicina alla fine: tra dodici mesi si potranno trarre le prime conclusioni senza interferenze emozionali.

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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