Ma dopo che i San Antonio Spurs proprio ieri hanno dato il disco verde a Marco Belinelli, coach Pianigiani come Datome è consapevole che il gruppo che varcherà il confine orientale come tasso di potenzialità è forse il più forte che l’Italia ha mai avuto. E’ vero, mancherà forse il giocatore che se parliamo di talento puro è il miglior azzurro in circolazione, quel Danilo Gallinari ancora alle prese col tremendo infortunio al ginocchio. Ed è altresì vero che la storia patriottica della palla al cesto ci insegna che le medaglie olimpiche e mondiali si sono vinte con i luogotenenti alla Michele Mian o alla Rodolfo Rombaldoni, e non solo con i Riva, i Magnifico, i Myers e i Fucka.
Ma Pianigiani sa che ora l’Italia ha risolto anche l’annoso problema del back court, che negli ultimi anni l’ha fatta dannare. Ora il nostro reparto esterni è di prima fascia. Belinelli a parte, che in sede azzurra può tranquillamente essere impiegato da “3”, il coach sa che Daniel Hackett a 26 anni è diventato un top player europeo, e il trofeo di MVp della finale scudetto lo dimostra. Tanto che il Barcellona e i campioni d’Europa dell’Olympiacos gli fanno l’occhiolino. Ma la novità più clamorosa riguarderà lo spot di playmaker. Se tutto va secondo i piani, a fare da regista titolare in azzurro ci sarà Travis Dinier, lo scugnizzo di Sassari che quest’anno ha a lungo conteso il trofeo di MVP di regular season a Datome. Il più piccolo dei fratelli Diener infatti ha ottenuto il passaporto italiano, visto che i genitori di sua moglie sono italiani (benché essa sia americanissima). Con lui, l’Italia può contare su un motorino stancabile in grado di innescare i vari Belinelli, Bargnani, Hackett, Aradori, Datome, Gentile, Melli e compagnia festante.
Il girone D con Russia, Turchia, Grecia, Finlandia e Svezia è di quelli tosti mica da ridere. Escluse le due scandinave, le altre tre sono tutte serie candidate al podio finale. E come ha specificato Piangiani, la Finalandia è un gruppo solido in piena ascesa. La favorita n°1 all’oro rimane la Spagna campione uscente. Ma dell’Italia, guarda un po’ hanno tutti paura. Tanto che i francesi di San Antonio Tony Parker e Boris Diaw (che Belinelli si ritroverà poi compagni di squadra a ottobre) su L’Equipe l’hanno data addirittura al 2° posto dopo gli iberici. Troppo, forse. O forse no?
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