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Doping: Xuereb, “sono   un capro espiatorio”

Chris Xuereb (Twitter)

DOPING & CO. Il preparatore atletico canadese Chris Xuereb non ci sta a fare il capro espiatorio e ieri sera da uno dei suoi due account di posta elettronica ha indirizzato la sua verità alla Associated Press. “E’ il momento che gli atleti si prendano la responsabilità per il loro doping invece di cercare un capro espiatorio che sia il loro fisioterapeuta, barista o chiuque altro. Gli atleti usano sempre la stessa storia che è accusare un capro espiatorio per le loro malefatte”. Xuereb scrive di non aver procurato alcuna sostanza illegale a Asafa Powell o Sheren Simpson. “Non so che cosa gli atleti prendessero oltre a quanto da me suggerito. Io ho solo suggerito delle vitamine, è responsabilità loro decidere se accettare o meno i miei suggerimenti. Sfortunatamente sembra che questi atleti non abbiano seguito i miei suggerimenti e le regole della WADA per uno sport pulito. Entrambi stanno cercando un capro espiatorio. Sono sicuro di non aver fatto nulla di sbagliato”.

Ma chi è Christopher Xuereb? Il quotidiano canadese Globe and Mail ha fatto alcune ricerche.Xuereb è stato per anni impiegato nella clinica di medicina dello sport di Toronto guidata dal dottor Anthony Galea che nel 2011 fu riconosciuto colpevole in importazione illegale di farmaci come l’ormone della crescita negli Stati Uniti.  Xuereb fu licenziato tre anni fa dalla clinica del dottor Galea dopo aver fornito pareri medici ai pazienti non avendo i requisiti per fornirli. Egli, infatti, non è registrato in Ontario come medico o come chiropratico o come massaggiatore, neanche come fisioterapista. Un chiropratico della clinica di Toronto, Carmine Stillo, sarebbe la persona che ha messo in contatto l’agente di Powell con Xuereb presentandolo come un esperto “senza alcuna qualifica professionale ma con ‘mani d’oro'”.

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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