Giova ricordare che quello che comunemente viene definito passaporto biologico consiste nella definizione per ogni atleta di un profilo personale basato sulla rilevazione dei suoi parametri, ematici nel caso della metodologia fino ad ora utilizzata con successo nella lotta all’utilizzo dell’EPO, e della rilevazione, nei controlli successivi a quelli per la determinazione del profilo, di andamenti anomali e ingiustificati. Mentre i normali test antidoping non sono in grado di smascherare utilizzi intermittenti per la veloce scomparsa dei metaboliti dall’organismo e tecniche a basso e continuo dosaggio oltre a basarsi unicamente sulle attuali conoscenze dei metaboliti da ricercare, la tecnica del passaporto misurando gli effetti sull’organismo è decisamente più efficace e appare al momento la strada da perseguire, unita ai controlli a sorpresa, per una efficace lotta al doping.
Nel campo degli steroidi anabolizzanti negli ultimi dieci anni una spettrometria di massa isotopica era utilizzata nei casi nei quali i controlli evidenziavano un “sospetto” rapporto tra testosterone e epitestosterone superiore a 4; dal 1 gennaio la spettrometria e ogni altro esame ulteriore saranno richiesti ogni qual volta i valori dei marcatori e i loro rapporti mostreranno andamenti sospetti rispetto al profilo personale. I parametri considerati saranno le concentrazioni nelle urine di Testosterone, Epitestosterone, Androsterone, Etiocholanolone e di altri metaboliti insieme al peso specifico del campione di urine. Il passaporto steroideo sarà disponibile sin dal primo esame e diventerà più accurato dopo tre esami, secondo quanto riportato dalla WADA.
Come nel caso del passaporto ematico, in caso di valori anomali rispetto al profilo atteso questo verrà sottoposto al parere di un esperto che nel caso sospetti l’anomalia non derivi da una situazione fisiologica o patologica sottoporrà le rilevazioni ad un team (altri due esperti) composto da specialisti di analisi di laboratorio, di tecniche di doping e di endocrinologia clinica. In caso di parere unanime, il probabile caso di violazione delle norme antidoping verrà trasmesso alla Agenzia Antidoping locale che sarà responsabile di informare l’atleta e la WADA.
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