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Fanchini gigante a Lienz è quinta, sesta Brignone

SCI ALPINO (Lienz). Tre azzurre nelle prime dieci, sei nelle tredici, sette nelle prime sedici. Lo slalom gigante di Coppa del Mondo di Lienz regala una boccata d’azzurro mentre si assiste alla vittoria di Anna Fenninger che precede la svedese Jessica Lindell-Vikerby e la statunitense Mikaela Shiffrin. A guidare le guastatrici azzurre c’è Nadia Fanchini. La bresciana, sesta a metà gara, ha recuperato un posto nella seconda manche scambiandosi la posizione con Federica Brignone, quest’ultima alla terza apparizione stagionale nelle sette che conferma la sua ritrovata competitività dopo l’infortunio dell’anno passato, mentre Nadia conquista l’aritmetica certezza di un posto nel gigante olimpico dopo avere fatta sua la qualificazione pure in supergigante.

“In questa disciplina mi aspettavo una svolta perchè sentivo di andare bene e finalmente è arrivata”, dice Nadia dopo la gara, “Da qui in poi spero di avere continuità anche nelle altre gare, voglio guadagnare posizioni anche in discesa. Sono contenta per la squadra, sarebbe bello che barrassero un po’ tutte le gare, per noi sarebbe più facile fare risultato. Non dovremo più accontentarci da qui in avanti ma cercare sempre il meglio perchè oggi si è visto il livello vero di questo gruppo”.

Nelle dieci torna anche Denise Karbon che realizza il miglior tempo nella seconda manche e fa nuovamente capolino nella top-ten a distanza di quasi un anno dall’appuntamento di Maribor del gennaio 2013. Elena Curtoni, undicesima, ha siglato invece il terzo parziale nella seconda parte e con l’undicesimo posto realizza la sua migliore performance in questa specialità. Dodicesima Francesca Marsaglia, ancora una volta combattiva col pettorale 50 a qualificarsi per il pomeriggio ma soprattutto costante in termini di rendimento. Recupera dieci posizioni al pomeriggio pure Manuela Moelgg, sempre più a suo agio sugli sci, mentre Sabrina Fanchini è sedicesima e può finalmente tornare a coltivare sogni da protagonista.

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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