Eroi moderni

Il “mostro” di Leknessund: la maglia rosa venuta dallo sci

Dal Lago Laceno spunta… il mostro di Leknessund che si impossessa della maglia rosa. Il corridore norvegese stava per apporre la propria firma sulla vittoria di tappa, ma l’amarezza del mancato “13” della Norvegia al Giro d’Italia è stata ampiamente compensata dall’ingresso nella storia della Corsa Rosa.

Il secondo della storia norvegese

Il ragazzo di Tromso, 23enne, corridore della DSM è diventato il secondo norvegese nella storia del ciclismo a guidare un Giro, succedendo al connazionale Knut Knudsen, che lo ha fatto due volte: 1975 e 1981. Un riconoscimento che Leknessund non aveva neanche lontanamente messo in preventivo. Era arrivato al Giro con l’obiettivo di gareggiare per ottenere vittorie di tappa. Come nel caso di Lago Laceno: “Era anche il mio obiettivo di questa gara, mi è sfuggito, ma indossare la maglia rosa è qualcosa di super straordinario. Mi vengono i brividi a pensare chi mi ha preceduto”.

Una carriera di tutto rispetto: rosa non per caso

Immagine | Ansa

Avere la maglia rosa anche per un giorno è qualcosa che rende indimenticabile una carriera nonché uno dei più grandi traguardi del norvegese (professionista dal 2021) che, pur non vantando ancora molte vittorie, ha accumulato solo successi di un certo calibro: nazionali norvegesi (percorso e cronometro), tappa categoria World Tour in il Giro di Svizzera 2022 e la tappa più generale dell’Arctic Race of Norway. Nel 2022 ha esordito al Tour de France e in questo 2023 ha già lasciato il segno al Giro.

Un ciclista per caso: dallo sci di fondo alle due ruote

Immagine | Ansa

Con la maglia rosa sulle spalle, le aspettative sul talento di ‘El Perro’, come viene affettuosamente soprannominato nel team DSM, aumenteranno un po’ di più nonostante sia arrivato al ciclismo quasi per puro caso. Da bambino Andreas praticava lo sci di fondo e solo in seguito si è dedicato a ruote e pedali e per semplice emulazione: andare in bici infatti era lo sport preferito del padre e della sorella e che, in seguito, lo ha portato a entrare a far parte di una scuola di ciclismo vicino a Oslo all’età di 13 anni. Qualcuno ha immediatamente notato il suo talento e così la vita per il ciclista professionista nato più vicino al Polo Nord e che è riuscito a conservare la maglia rosa, è cambiata per sempre. Si definisce “tranquillo” anche se il suo hobby preferito, andare in moto da neve, non è esattamente uno sport sedentario. Andras però sa anche diventarlo: dedica il suo tempo libero a guardare la TV, essendo un grande appassionato di reality show, esattamente come quello che ha regalato nelle ultime ore.

Luigi Pellicone

43 anni, laureato in Lettere Moderne giornalista dal 2007. Da quando la serie A ha deciso di fare a meno del mio talento, ho riversato i miei lampi di classe nella scrittura. Seguo sport e politica sul campo senza soluzione di continuità. Circondato da sole donne in famiglia, mi preparo per le Olimpiadi fra 3000 siepi, salto in alto, in lungo e corsa a ostacoli, inseguendo, spesso invano, il mio inaffidabile labrador. Alle spalle, un paio di vite spese fra agenzie di stampa, quotidiani e siti web. Un presente e un futuro ovviamente, tutto da scrivere

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