ATLETICA. Quarant’anni fa, il 27 giugno 1973, all’Arena di Milano, Marcello Fiasconaro stabiliva il record mondiale degli 800 metri fermando i cronometri sul tempo di 1’43″7, tempo superato solo tre anni dopo alle Olimpiadi di Montreal dal cubano Alberto Juantorena e in campo italiano ancora record italiano insieme all’1’43″74 fatto segnare da Andrea Longo nel 2000. Olympialab ha raccolto da Gustavo Pallicca, starter di levatura internazionale per un trentennio, scrittore e segretario della Società Italiana di Storia dello Sport, il ricordo di quella serata alla quale era fisicamente presente.
Quando i ricordi toccano o superano eventi verificatisi quaranta anni prima si presume che ti appaiano sfocati, avvolti in una nebbiolina che ti impedisce di scorgerne chiaramente i contorni. Niente di più sbagliato! Se la mente ha mantenuto quel minimo di elasticità che le permette di frugare nella confusione delle immagini, dei dati e quindi dei ricordi, gli eventi tornano a balzarti davanti agli occhi con tutta la loro nitidezza e spietata realtà! Ecco quindi che mi rituffo nell’atmosfera umida delle 22.30 del 27 giugno del 1973, in un’Arena Civica milanese gremita di pubblico festante venuto ad applaudire i campioni italiani di un’atletica in ottima forma guidata da un emergente Pietro Mennea
impegnata in uno scontro diretto con la squadra ceca di capitan Ludvick Danek.
Ma quel pubblico milanese, e non solo, era venuto soprattutto per lui, per Marcello Fiasconaro, maglia e passaporti italiani, figlio d’italiano, ma nato a Cape Town il 19.7.1949, alto 1.88 e 79 kg di stazza. Marcello era stato segnalato a Primo Nebiolo dal discobolo Carmelo Rado, tuttora master in splendida attività, che aveva conosciuto March, ottimo rugbysta, durante un suo viaggio di lavoro. Nebiolo non aveva posto indugi e con un vero e proprio blitz aveva fatto sbarcare Marcello in Italia e lanciato subito in pista a caccia di primati. Era la dodicesima volta che l’Italia incontrava la Cecoslovacchia, rinnovando un duello che vedeva le due compagini a parità di successi: sei per parte. Dopo la prima giornata, caratterizzata dalle vittorie di Mennea sui 100 metri (10.3) e dello stesso Fiasconaro sui 400 (45.9), la Cecoslovacchia conduceva di due punti sulla nostra nazionale (54-52).
Nella seconda giornata Marcello fu schierato anche sugli 800 metri a far coppia con Giulio Riga a contrastare i cechi Jozef Plachy e Ivan Kovac. Si corse ovviamente senza l’ausilio di lepri e Marcello costruì il suo successo, accompagnato dallo straordinario tempo che polverizzava l’1:44.3 fatto registrare in epoche diverse da Peter Snell, Ralph Doubell e Dave Wottle, da un primo giro condotto in 51.2 (25.0 + 26.2) con saggia distribuzione delle forze che gli permisero di mantenere lo stesso ritmo anche nel secondo giro concluso in 52.5 (25.3 + 27.2), per un totale di 1:43.7. Il ceco Plachy, campione di rango, resistette a Marcello solo fino ai 600 metri per poi arrendersi all’ arrembante finale di gara dell’italiano e concludere staccato nel tempo di 1:45.9.
Il primato di Fiasconaro resistette solo tre anni. Ai Giochi di Montreal il cubano Alberto Juantorena portava il limite a 1:43.5, cancellando anche l’1:44.1 ottenuto nel 1974 a Eugene da Rick Wohlhuter sulla distanza in yard. Quel primato, a livello nazionale, resiste ancora oggi a distanza di venti tre anni. Fu il poliziotto Andrea Longo ad avvicinarlo e affiancarlo (1:43.74) nella tabella dei primati nel corso del meeting di Rieti del 3 settembre del 2000.
Gustavo Pallicca
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