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La Lotta torna alle Olimpiadi, battuti Baseball e Squash

CERCHI E PALAZZI. Dopo la designazione di Tokyo come città ospitante dei Giochi della XXXI Olimpiade, la centoventicinquesima sessione del CIO ha proseguito oggi i suoi lavori a Buenos Aires con l’obiettivo di decidere il ventottesimo sport da inserire nel programma olimpico del 2020 nella rosa di tre concorrenti composta da Lotta, disciplina tradizionale del programma per la quale a febbraio si decise la esclusione, il Baseball/Softball che ha vissuto l’ultima avventura a cinque cerchi a Pechino 2008 e lo Squash in cerca di una incoronazione olimpica.

Come ampiamente previsto è la Lotta con 49 voti a rientrare nel programma olimpico dopo essere stata messa in castigo nell’ultimo anno provocando un movimento di profondo e necessario rinnovamento. Sono 24 i voti per Baseball e Softball e 22 per lo Squash.

 

La Cronaca della Giornata

Serrate negli ultimi mesi sono state le attività delle tre Federazioni internazionali per far prevalere le loro ragioni e nel pomeriggio italiano si saprà il risultato finale dopo che l’Assemblea e i giornalisti avranno assistito ad una ultima presentazione delle tre candidature. L’introduzione svolta dal presidente Jacques Rogge precisa come nelle sessioni passate si sia deciso prima di definire un pacchetto di 25 discipline alle quali il CIO potesse aggiungerne fino a tre. A partire da Rio 2016 saranno inseriti il Rugby Seven e il Golf e, quindi, vi è spazio, sulla base delle attuali regole, per una sola disciplina aggiuntiva.

Una prima voce in favore della Lotta arriva prima delle presentazioni; il canadese Pound definisce contraddittoria la decisione prima di escludere e poi di riammettere la Lotta chiedendo, addirittura, di sospendere i lavori e rimandare il tutto a Sochi con una lista di sport inclusi che contenga questa disciplina e una nuova lista di discipline veramente nuove. Il coreano Chang incalza e vuole sapere quali furono le ragioni usate dalla commissione per eliminare la Lotta, una decisione condannata da tutti. Jacques Rogge decide di rispondere in prima persona, esautorando de facto Franco Carraro, responsabile della Commissione; la risposta è decisamente politica e cerca di sviare sulle reali ragioni ricordando come vi sia tutta la possibilità per la Lotta di ritornare in lizza. La disciplina è stata “punita” per l’assenza di atleti nella struttura della federazione, le regole poco chiare e un calo di interesse del pubblico. Secondo il presidente uscente  non vi è spazio per modificare la procedura come richiesto da Pound e soprattutto non vi sono fondamenti regolamentari e Tokyo devo conoscere ora le discipline che si svolgeranno nel 2020.

L’Assemblea procede, quindi, alla votazione per accettare la lista dei 25 sport da considerare come “cuore” delle Olimpiadi. La lista è accettata dall’Assemblea con 77 voti a favore a 16 contrari e si procede con le presentazioni delle tre candidate.

Baseball / Softball

Si sottolinea come la Federazione abbia seguito le indicazioni ricevute dal CIO unendo Baseball e Softball e adottando una rigida regolamentazione antidoping. Sessantacinque milioni di praticanti, espansione geografica, interesse commerciale: per tutte queste ragioni il CIO dovrebbe scegliere la disciplina. Giappone, Stati Uniti, Cuba, Italia, Portorico, Australia, Olanda, Repubblica Dominicana, immagini da tutto il mondo appaiono sul maxischermo di Buenos Aires. Il cubano Antonio Castro evidenza come il Baseball sia lo sport più popolare al mondo non presente nel programma olimpico.

La Federazione propone di svolgere il torneo di Baseball la prima settimana del programma e quello di Softball nella seconda settimana per non appesantire il programma. Dopo aver fatto un passo nel passato della tradizione, diventa scontato stendere un legame tra il Giappone e il Baseball promettendo la partecipazione dei migliori giocatori al mondo. Pari opportunità, integrazione, multirazzialità: su questi tasti con insistenza ritorna la presentazione. Entrano in scena via video anche i Commissioner delle principali leghe professionistiche del Baseball per spingere verso Tokyo 2020. L’ultima carta è quella della disponibilità a pensare un formato che possa essere introdotto negli Youth Olympic Games.

In risposta ad una domanda, la Federazione di Baseball/Softball conferma, infine, la possibilità di avere una versione per le competizioni paralimpiche

    

 

Squash

Il presidente della Federazione internazionale Ramachandran guida la squadra della quale fanno parte quattro atleti ed ha il difficile compito di stimolare i membri del CIO verso una scelta realmente “nuova”. Una Federazione giovane, “rappresentiamo il futuro non il passato” la frecciata ai concorrenti, che ha introdotto innovazioni tecnologiche per rendere più telegenica la disciplina, che è praticata in 185 nazioni, uno sport in crescita che guarda anche alla famiglia paralimpica. Giocatori di tutto il mondo appaiono in un video per ribadire come tutti i praticanti vogliano ad ogni costo partecipare ai Giochi, un sottile attacco al Baseball dove non si sono visti come testimonial i giocatori della MLB. La parola d’ordine è dare la possibilità a più nazioni di salire sul podio partendo dal fatto che atleti di tutti i continenti si sono già laureati campioni mondiali.

Anche lo squash gioca la carta delle uguali opportunità e il torneo olimpico prevederebbe i tornei di singolare maschile e femminile con 32 partecipanti e potrebbe approfittare della possibilità di impianti posizionati in luoghi particolarmente significativi della città ospitante (come avvenuto a Londra per il Beach Volley). Sport giovane e testimonial giovani: un sedicenne peruviano e una diciassettenne afroamericana che raccontano come si sono avvicinati allo sport e come vogliano avere una opportunità.

Venticinque arbitri si aggiungeranno ai 64 partecipanti: il peso sui numeri non è preoccupante così come quello per l’impianto in vetro, circa 500.000 Euro per tutto quanto necessario per lo svolgimento dei Giochi.

     

 

Lotta

Tocca alla Lotta, ultima in ordine alfabetico in inglese, chiudere il giro delle presentazioni con il presidente della Federazione Internazionale, Lalovic. L’età media della delegazione è decisamente più alta di quanto visto, peraltro si tratta di un appello alla tradizione. “Salvare lo sport della Lotta” è il termine con il quale Lalovic inizia il suo intervento ricordando le molte dimostrazioni di supporto ricevute da quanto lo sport è stato tolto dal programma olimpico. FILA è stata trasformata in una Federazione moderna e all’altezza con i tempi, con atleti nel Consiglio e una donna come vice-presidente. Le regole di combattimento sono state cambiate rendendo lo sport più interessante. La decisione dell’esclusione, si sottolinea, è stata “un allarme che ha fornito l’opportunità di cambiare”.

Non deve entusiasmare la presentazione della FILA, e appare più una sessione di esami di riparazione come forse i membri del CIO si aspettano. Non può però che partire da Olimpia il filmato storico per ribadire, se ancora fosse necessario, quanto la Lotta sia sempre stato un pilastro delle Olimpiadi antiche e moderne. “Siamo prima di tutto lottatori e non ci arrendiamo mai” è il messaggio trasmesso dai campioni olimpici che si susseguono al microfono a supportare  non una nuova FILA, ma “una nuova Lotta”.

Si respira una strana aria nel momento delle domande: molti interventi a supporto della Lotta mascherati come domande allo scopo di permettere a Lalovic di meglio precisare la posizione della FILA ma un fantasma aleggia sul punto della corruzione nella precedente gestione di questo sport, un punto sul quale il presidente della Federazione glissa facendo un vago riferimento alla nuova organizzazione e alle regole che si è data.

La nuova versione prevederà 18 categorie, lo stesso numero che in precedenza ma portando a 6 le categorie della Lotta femminile e diminuendo a 6 le categorie di Lotta Libera e Lotta Greco-Romana. Le nuove regole privilegiano la fase di attacco rispetto a quella difensiva rendendo decisamente più interessanti ogni combattimento.

    

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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Massimo Brignolo

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