L’impresa è nel titolo, la storia del ciclismo nel suo nome. 40,405 sono i chilometri percorsi in un’ora dall’uomo dei record, Luigi Ganna, che impose il suo primato nel 1908, sul velodromo in legno di Porta Ticinese a Milano. Ganna è stato un grande protagonista del ciclismo epico, un eroe, uno dei campioni indiscussi dei primi anni del 1900.
A pochi giorni dall’arrivo del 106esimo Giro d’Italia a Roma, il mito del re del fango – così era soprannominato il Grande Ganna – torna a vivere alla Camera dei Deputati.
Il libro ripercorre la carriera del campione varesino vincitore, oltre che della prima corsa rosa, anche della terza edizione della Milano-Sanremo e di una Milano-Torino.
Nella Sala Matteotti di Palazzo Theodoli, l’autrice e giornalista Stefania Bardelli, ha presentato il suo volume insieme a Valerio Agnoli, ex ciclista professionista, Responsabile per la Santa Sede delle relazioni estere per la Vatican-Cycling e responsabile per il Governo di Malta del Ministero del Turismo delle sponsorizzazioni sportive nel mondo del ciclismo.
Ha moderato il dibattito il giornalista di Tuttosport Alessandro Brambilla.
“Non solo bicicletta ma anche ricordi di famiglia – ricorda l’autrice – Savina, l’amore della sua vita, i figli Martino e Maria, l’azienda Cicli Ganna che è stata per anni un fiore all’occhiello del Made in Italy. L’amicizia con Fiorenzo Magni che riportò la festa del Giro d’Italia a Varese. 40,405 è la storia che mi accompagna da una vita perché Luigi Ganna era lo zio di mio nonno, Umberto Gioia. Spero che questo campione entri anche nel vostro cuore”.
“Ganna è stato il primo italiano a vincere il Giro d’Italia, una corsa che rende il nostro Paese un’orgoglio nel mondo – dichiara Valerio Agnoli. Essere presente in questa giornata dedicata al libro 40,405 di Stefania Bardelli ha per me un significato particolare; fatto parte di tanti Giri e ho soprattutto percorso le strade sulle quali campioni di tutti i tempi hanno sofferto ma anche gioito.
Mi rende fiero che un corridore come Luigi Ganna possa aver dato inizio al sogno del ciclismo italiano.”
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