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Sochi: Malagò pronto: “La prima Olimpiade”

Malagò carica il gruppo azzurro in vista di Sochi. (immagine tratta da wikipedia)

SOCHI 2014. E’ ormai tutto pronto per Sochi 2014. La rappresentativa azzurra attende con ansia l’inizio delle olimpiadi russe. Giovanni Malagò durante il consiglio nazionale del Coni riunitosi per la prima volta a Milano ha illustrato gli obiettivi degli azzurri che si apprestano a prepararsi per Sochi 2014. Malagò si è comportato da leader, cercando di dare i giusti stimoli per poter tornare a casa dalla fredda Russia con soddisfazione e orgoglio. “L’obiettivo del gruppo deve essere quello di riuscire ad ottenere una medaglia in più di Vancouver. Credo che i talenti ci siano per riuscire a raggiungere questo importante traguardo”. Dopo una lunga gavetta durata circa 13 anni è diventato presidente del Coni lo scorso Febbraio.

”Per me è davvero un grande onore essere diventato presidente e sono emozionatissimo per la mia prima olimpiade. La mia carica non la cambierei con nessun’altra e lavorando qui ho sviluppato nuove caratteristiche e ho ancora tanta voglia di fare”. In questo primo anno come numero uno del Coni sono state attuate diverse riforme, su tutte quella sulla giustizia sportiva. ”Devo ammettere che ho avuto il coraggio di cambiare alcune cose, mettendomi in contrasto contro alcune federazioni. Mi rendo conto che in Italia i cambiamenti impauriscono sempre e che trovare un accordo comune è davvero un’impresa assai ardua. La mia idea è che tutte le federazioni partono allo stesso livello e per quanto mi riguarda non ci saranno favoritismi quindi non capisco chi si lamenta”.

Malagò ha poi tracciato la linea da seguire per il 2014. “In primis dobbiamo razionalizzare la struttura per liberare risorse per lo sport, poi bisogna lavorare per portare maggiormente lo sport nelle nostre scuole. Infine dobbiamo rendere più solido il rapporto con il territorio perché i campioni di solito nascono quasi sempre a livello locale. Forse però la cosa più importante è quella di puntare sulle scuole. Cosi facendo sprenderemmo meno, avremmo più campioni e senza dubbio la nostra cultura sportiva ne gioverebbe. Mi rendo però conto che purtroppo gli italiani sono molto più tifosi che sportivi”.

Redazione Olympialab

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