Sport olimpici

Mattia Furlani, l’erede di Howe e… Tamberi: chi è la stellina azzurra

Mattia Furlani. Un nome già sentito, questo. Beh, la sorella Erika è vicecampionessa mondiale e bronzo europeo nel 2017 nel salto con l’asta, ma il fratellino ha altrettanta voglia e talento sufficiente per far parlare di sé. Arriva dagli Europei under 18 di Gerusalemme, dove ha dominato nella specialità del salto in lungo, difendendosi benissimo anche in quello in alto. Due specialità diversissime fra loro, ma niente è impossibile per chi ha le stimmate del predestinato. Un fenomeno, Mattia. Terzogenito di una famiglia che ha sempre messo lo sport al primo posto, il papà Marcello Furlani è un altista con un record personale di 2.27 nel 1985. La mamma invece, è Khaty Seck, velocista senegalese. Se nasci in una famiglia così inizi prima a fare atletica che a camminare.

Immagine | Archivio Grana/FIDAL

Dal basket alla pedana… volando

Anche se la prima passione del giovane Mattia non è il rettangolo verde, né la pedana. Preferisce il parquet, gioca a basket ma poi… si pente. E lo sport italiano gliene è grato. Mostra immediatamente il suo talento in pedana nel 2020 quando raggiunge 2.10 nell’under 16. Ama sperimentare e mettersi alla prova, Mattia. Corre i 150 in 16”57 poi torna a saltare. 2.17 agli Europei 2021 miglior sedicenne italiano di sempre. Nell’indoor 2022 comincia anche a saltare in lungo. E anche in questa specialità i risultati non tardano ad arrivare. Due 7.47 e poi all’aperto un 7.87 da far stropicciare gli occhi. Toglie ad Andrew Howe la miglior prestazione italiana di sempre. Quindi centra una doppietta niente male. Oro nel salto in lungo con 8.04 e per non farsi mancare niente arriva anche la medaglia più preziosa nell’alto.

Immagine | Pixaby @e_stamm

Una scelta da compiere… o forse no

Nel 2023 Mattia ha ripreso da dove aveva chiuso il 2022. Fissando nuovi record. Arriva a 7.99 nell’Under 20 indoor. Quanto basta e avanzerebbe anche per considerarlo l’erede naturale di Howe, uno che cha scritto solo in parte la storia dell’atletica italiana e che ha raccolto certamente molto meno di quanto avrebbe meritato. La priorità all’inizio era il salto in alto ma tutto lascia credere che considerati i risultati potrebbe decidere di specializzarsi nel lungo. Una scelta da compiere presto e bene anche se i precedenti di atleti “interdisciplinari” non mancano anche se salendo di categoria con ogni probabilità sarà necessario decidere cosa… fare da grande.  L’importante è non perdere tempo e trovare una dimensione che gli permetta di esprimere le sue enormi potenzialità. Il talento c’è, disperderlo sarebbe un peccato perché tutto lo sport italiano aspetta con ansia il ragazzo.

Luigi Pellicone

43 anni, laureato in Lettere Moderne giornalista dal 2007. Da quando la serie A ha deciso di fare a meno del mio talento, ho riversato i miei lampi di classe nella scrittura. Seguo sport e politica sul campo senza soluzione di continuità. Circondato da sole donne in famiglia, mi preparo per le Olimpiadi fra 3000 siepi, salto in alto, in lungo e corsa a ostacoli, inseguendo, spesso invano, il mio inaffidabile labrador. Alle spalle, un paio di vite spese fra agenzie di stampa, quotidiani e siti web. Un presente e un futuro ovviamente, tutto da scrivere

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