Mo Farah si affaccia al comando dopo gli 8000 (22:11.40), inciampa, rischia di cadere, ma tiene la posizione di comando alla corda. Si vedono atleti dalla pelle bianca in testa quando la coppia di statunitensi composta da Rupp e Ritzenheim decide di farsi largo, ma Farah non cede, è sempre davanti, e non sembra temere rivali o virazioni di ritmo. Ai 9000 si transita in 24:55.48, anticamera di una conclusione da velocisti. La corsa si accende ovviamente nell’ultima tornata, che il doppio campione olimpico di Londra gestisce con imbarazzante padronanza, sprintando praticamente solo nell’ultima parte del rettilineo. E suo l’Oro mondiale, in 27:21.71 (con un ultimo chilometro da 2:26, ed un ultimo giro da 54.49). Le medaglie vanno all’etiope Jeilan e al keniano Tanui, battuti dall’imprendibile britannico. A Rupp il quarto posto, mentre Daniele Meucci è diciannovesimo, in 28:06.74.
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Fonte: FIDAL
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