Il n°1 del Coni: “Siamo multidisciplinari, 40 medaglie in 20 sport. Con Abodi rapporti istituzionali innegabili”
Il presidente del Coni Giovanni Malagò all’arrivo all’aeroporto di Fiumicino ha commentato il medagliere e i risultati dei Giochi Olimpici: “I comportamenti degli atleti non mi hanno deluso, da rappresentante dico che ci sono forme di protesta che si devono perseguire, poi ognuno fa quello che ritiene giusto”. Negli ultimi giorni Malagò è stato protagonista un’acceso scontro a distanza con il ministro dello Sport Andrea Abodi, che poco prima della fine delle Olimpiadi ha ricordato che presto il terzo mandato del presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (Coni) sta per concludersi. Nonostante gli importanti successi ottenuti da Malagò, l’attuale governo non sembra intenzionato a cambiare la legge per concedergli un quarto mandato, come avvenuto, invece, per i presidenti federali.
Rispondendo a una domanda sulla questione, Malagò non si è sbottonato troppo: “Quello che dovevo dire l’ho detto, non aggiungo altro, c’è molto lavoro, fino a qualche anno fa non eravamo un paese multidisciplinare, oggi abbiamo vinto 40 medaglie in 20 sport diversi, senza avere un fenomeno o uno sport dove si può vincere a mani basse come l’Olanda con il canottaggio e la Corea con il tiro al bersaglio. Se arriviamo a giocarci le nostre carte a livello individuale o si è molto fortunati o non si porta a casa il risultato. Sono felice che Abodi sia venuto a vedere la finale, fermo qui ogni tipo di polemica. Io penso che la politica, salvo qualche soggetto, sia molto felice di questa gestione dello sport italiano”.
Malagò si è poi concentrato sui successi femminili alle Olimpiadi: “Le donne hanno stravinto la partita interna, 26 donne premiate e cinque uomini. La pallavolo femminile ha rotto un tabù, non aveva mai vinto una medaglia ai giochi, il tutto si è completato con la meravigliosa idea di mettere come CT Julio Velasco. Fa riflettere che come vice si è preso due vice straordinari come Barbolini e Bernardi. Come se Ancelotti si portasse Guardiola e e Mourinho. Questo è un mondo e una cultura che meritano attenzione e vanno seguite”.
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