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Diamond League Doha:   bene Borsi e Fassinotti

Veronica Borsi (Foto:Colombo/FIDAL)

ATLETICA. Discreta partenza per gli azzurri nella prima prova della Diamond League, a Doha (Qatar). Marco Fassinotti  si è piazzato al quinto posto nella gara di salto in alto, con la misura di 2,24, mentre Veronica Borsi ha chiuso al sesto posto i 100 metri ostacoli in 13.08 (vento +0.4). Competizioni di altissimo livello, come nelle attese, per entrambi. Nell’alto a vincere, un po’ a sorpresa, è stato l’ucraino Bohdan Bondarenko, unico in grado di superare i 2,33 e capace di imporsi sull’atleta di casa, l’attesissimo Essa Barshim, secondo a 2,30. Fassinotti ha aperto con qualche incertezza a 2,14 (asticella valicata al secondo tentativo), ripetendo il percorso a 2,19 (sempre secondo salto valido); a 2,24, il torinese è bravo a metter via subito la misura, scavando tra sé e diversi avversari un solco risultato poi decisivo (in cinque chiudono a 2,24, Fassinotti è il secondo, alle spalle del britannico Grabarz).

Veronica Borsi ha svolto discretamente l’impegno d’esordio stagionale, opposta ad alcune tra le protagoniste della specialità. Vittoria alla statunitense Dawn Harper, che migliora il proprio mondiale 2013 con un eccellente 12.60. L’avvio della Borsi non è al fulmicotone (0.215), ma per almeno sei barriere la romana si batte bene, perdendo qualcosa nel ritmo solo nei due intervalli conclusivi, come ovvia conclusione di una preparazione ancora non al meglio. Il suo crono avvicina il 13.05 messo a segno da Marzia Caravelli domenica scorsa a Roma, delineando un confronto che, con ogni probabilità, sarà il leit motiv azzurro della stagione sugli ostacoli alti.

Doha ha proposto risultati molto significativi (undici migliori prestazioni mondiali dell’anno), ancor più in considerazione del fatto che la stagione è appena agli inizi, e vivrà il suo culmine attorno a Ferragosto, con i campionati del Mondo di Mosca. Superbo il 7,25 (vento +1.6) nel salto in lungo della statunitense Brittney Reese (la campionessa olimpica di Londra 2012 e mondiale di Daegu 2011), sei centimetri oltre il proprio primato personale e tredicesima prestazione mondiale di sempre. A rendere strepitosa la gara, le prestazioni della seconda (la nigeriana Ogakbare, 7,14 ventoso, +2,2) e della terza classificata (la statunitense Deloach, 7,08, anche in questo caso ventoso, +2,2); dietro questo terzetto, altri salti eccellenti (tutti regolari, però), se si considera che la britannica Proctor ha finito al sesto posto con 6,82. Ben oltre i limiti anche il 22,28 messo a segno nel getto del peso dallo statunitense Ryan Whiting, dodicesimo risultato mondiale di sempre, con l’argentino German Lauro (secondo) capace del record sudamericano con 21,26. Notevoli anche i 1500 metri, con ben tre donne al di sotto dei 4 minuti, e la svedese d’origine etiope Abeba Aregawi (campionessa continentale indoor a Goteborg lo scorso marzo) capace di imporsi, con un bel finale, in 3:56.60 (seconda la keniana Kypiegon, 3:56.98, record nazionale, terza l’etiope Genzebe Dibaba, 3:57.70, primato personale).

Belle anche le sfide tra Amantle Montsho e Allyson Felix nei 400 metri (vinti dall’africana, 49.88 contro 50.19 dell’americana) e quella tra David Rudisha e Mohammed Aman negli 800 metri (1:43.87 per il campione olimpico e primatista del mondo, 1:44.21 per l’etiope). Elegante ed efficace come sempre Asbel Kiprop nei 1500 metri: il suo 3:31.13 è altro risultato che merita la sottolineatura, così come l’85,09 del ceco Vesely nel giavellotto, il 5,82 nell’asta del greco Filippidis (stessa misura del tedesco Mohr, secondo), ed il 9:13.75 della keniana Lydia Chepkurui nei 3000 siepi. Sprint breve a Justin Gatlin (9.97, vento +1.2), in un bel match con Rodgers (9.99) e Nesta Carter (9.99), mentre nel disco spunta l’ennesimo WL ad opera della croata Sandra Perkovic, esplosiva con il suo 68,23. Chiusura con uno splendido 3000 metri maschile, stravinto dall’etiope Gebrhiwet in 7:30.36 (ultimo giro in 53.9!), e con il triplo dell’olimpionico Christian Taylor (17,25, +0.5).

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Fonte: FIDAL

 

Redazione Olympialab

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