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Schwazer, Medico Fidal:   “Manipolazione sicura”

DOPING & CO. Nel caso di doping che ha coinvolto il marciatore Alex Schwazer emergono pesanti accuse della procura di Bolzano contro la Federazione di atletica leggera ed il Centro sportivo dei carabinieri, colpevoli – secondo gli inquirenti (i sostituti Giancarlo Bramante e Lorenzo Puccetti) – non solo di carenze sul versante dei controlli, ma addirittura di connivenza. E’ quanto emerge dalle carte sulle indagini pubblicate oggi dal Sole 24 Ore. La dirigente del Settore Sanitario e Antidoping della Fidal Rita Bottiglieri ed i medici federali Pierluigi Fiorella e Giuseppe Fischetto, sono accusati di aver partecipato a ”un medesimo disegno criminoso concorso a favorire l’atleta Schwazer nell’utilizzo di farmaci”. Per Michele Didoni, allenatore del marciatore altoatesino, appartenete al Centro sportivo dei CC, l’accusa e’ di aver ”concorso nel delitto ipotizzato di commercio di sostanze dopanti, in quanto si accordava con Schwazer per l’acquisto di farmaci”.

Il Sole 24 Ore riporta il contenuto di alcune mail compromettenti. Come quelle che Fiorella scambia con l’atleta alla vigilia delle Olimpiadi di Londra: ”Ciao scoppiato, come sta procedendo la settimana?” E ancora: ”La decisione sulla permanenza a Londra o meno spetta a te, ma ricorda che certamente alla Iaaf ‘puzzera” questo tuo andar su e giu’ ”, riferendosi alla scelta di Schwazer di non soggiornare a Londra tra le gare della 20 e della 50 km, ma fare avanti e indietro con la Germania. E nel post scriptum aggiunge: ”Se fai qualche stronzata, ti taglio le palle”. ”Posso giurare che non ho fatto niente di proibito… – la risposta di Schwazer – Sono altoatesino, non sono napoletano”. Per i sostituti di Bolzano ”si’ puo’ ritenere che il Dott. Fiorella sia pienamente consapevole dell’utilizzo nel corso degli anni di pratiche di doping da parte dell’atleta”. Ma anche Fischetto avrebbe saputo che Schwazer si dopava. Informato il 4 aprile 2012 dal responsabile dell’antidoping della Iaaf, Thomas Capedeville, sull’esito di un test a sorpresa, aveva risposto: ”Ciao Thomas, assolutamente sicura manipolazione. Ci metto le mani sul fuoco. Dobbiamo seguirlo molto da vicino… Non ci sono dubbi”. Eppure ”nel corso delle indagini – scrivono i magistrati – non sono emersi elementi dai quali risulta che l’indagato Fischetto abbia segnalato agli organi competenti del Coni la necessita’ di effettuare controlli ematici e antidoping nei confronti del marciatore, cosi’ come obbligo giuridico a lui incombente nella sua qualita’ di sanitario della Fidal e della Iaaf”. Sempre secondo quanto riporta il quotidiano, i carabinieri hanno scoperto che Schwazer negli anni si era costruito il proprio profilo ematologico personale, facendosi testare autonomamente. I dati che ne emergono hanno portato gli inquirenti a concludere che il marciatore aveva avuto un rapporto con il doping da prima della vigilia di Londra, non potendo escludere che ”gia’ durante la preparazione per i Giochi Olimpici di Pechino 2008 (e forse ancor prima), sia stato sottoposto a trattamenti farmacologici o a manipolazioni fisiologiche capaci di innalzare considerevolmente i suoi valori ematici”.

Redazione Olympialab

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