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Sochi 2014: Gigante, Maze al comando dopo prima manche. Fanchini terza

SOCHI 2014. Piove su Krasnaya Polyana, il sale profuso a quantità non è riuscito a lavorare, la neve è una marmellata. La prima manche del Gigante femminile va in onda in uno scenario autunnale e premia i pettorali bassi. Il miglior tempo è di Tina Maze che scende con il pettorale 1 e riesce a far correre gli sci sulla melassa, 1’17″88 il suo tempo che farà da riferimento per tutte. Con il 2, la svedese Jessica Lindell-Vikarby riesce ancora a galleggiare, 52 centesimi di ritardo per lei. Affondano, invece, Kathrin Zettel e Lara Gut e da quel momento il compito è limitare i danni sperando nella seconda manche. Chi ci riesce meglio, con la sua capacità di non incidere con le lamine sulla pappa infida, è Nadia Fanchini che con il pettorale 10 scende bene, una delle migliori ad interpretare il muro, e si issa al terzo posto della classifica parziale, 65 centesimi di ritardo dalla Maze, 20 di vantaggio sulla quarta Anna Fenninger. L’americaninaa del Vermont, Mikaela Shiffrin, che al traguardo dice di essere abituata alla pioggia, è quinta a 91 centesimi dalla Maze, sesta ad oltre un secondo la campionessa olimpica Viktoria Rebensburg.

Porta a casa la prima manche, ottava con 1″61 di distacco, Denise Karbon mentre il Gigante di Federica Brignone dura un battito di ciglia almeno per chi lo segue alla TV. Cancelletto di partenza, prime porte, le telecamere staccano, quando ritornano è a terra, una spigolata in una curva a destra, si tiene il ginocchio ma, dopo un iniziale spavento, le prime notizie dicono che non è nulla. Francesca Marsaglia con il numero 26 si barcamena, al traguardo ha 3″75 di ritardo dalla Maze e lotta per entrare tra le 30 che significherebbe acquistare un buon biglietto per la seconda manche sempre che si disputi oggi.

 

Risultati completi – Sci Alpino – Gigante femminile

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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