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Sochi 2014: SuperG, vince la Fenninger. Fanchini decima

SOCHI 2014. Non esiste il delitto perfetto ma nel Supergigante femminile di Sochi si è andati vicini alla perfezione. Quando dopo 11 partenze si contano solo tre atlete arrivate al traguardo, il pensiero che l’allenatore delle austriache abbia disseminato qualche trappola lungo il percorso è ormai divenuto realtà. La prima trappola è nelle angolate porte in alto sul muro della partenza che elimina le meno attrezzate, quella che si rivelerà decisiva sono le quattro porte cieche sotto al Solitary Jump dove la prima a uscire è Daniela Merighetti. Al fondo arriva Nadia Fanchini ma alla fine, per domare le insidie del percorso, arriva a 1″68 dalla vincitrice, decima.

Con il passare delle partenze, le radioline gracchiano e danno qualche indicazione, la classe delle atlete è maggiore, si diradano le uscite ma non gli effetti sul cronometro delle trappole austriache. Ad uscirne indenne, e non è un caso, è Anna Fenninger che ferma il cronometro a 1’25″52 superando nella classifica provvisoria la compagna austriaca Nicole Hosp di 66 centesimi.  A rompere l’incantesimo austriaco arriva Maria Riesch che nonostante paghi tantissimo nelle porte dopo il Solitary Jump riesce ad acciuffare la medaglia d’Argento a 55 centesimi dalla Fenninger. Il delitto non è perfetto perchè la terza austriaca di alto lignaggio, Elisabeth Goergl, sbaglia proprio il salto incriminato chiudendo sulla porta per trovarsi completamente fuori linea all’atterraggio. E’ ancora delusa, dopo il doloroso terzo posto della Discesa, Lara Gut che è quarta a 7 centesimi dal podio e 3 centesimi di Tina Maze. Alla fine la classifica è di alto bordo, nessun carneade o outsider nelle prime posizioni. E dal numero 25 in poi ricomincia la selezione naturale imposta dalle trappole austriache. Si salva la svizzera Aufdenblatten che con il pettorale 30 chiude al sesto posto.

Verena Stuffer è undicesima a due secondi puliti dalla Fenninger mentre Francesca Marsaglia esce.

 

Risultati completi – Supergigante femminile

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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