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Un Soldini “olimpico”? “No, sono vecchio…”

Giovanni Soldini intervistato da Stefano Vegliani di Mediaset (foto Facchini/alaNEWS)

VELA (Milano). Con la sua Maserati, non l’auto, ma la barca, è pronto a salpare per la Transpac 2013, avventura nella quale avrà a bordo un certo John Elkann come marinaio, un marinaio che è anche il suo armatore. Lui, Giovanni Soldini, totem della vela d’altura italiana, tuttavia, non si scompone e tira dritto verso una nuova sfida. Olympialab ha fatto due chiacchiere con lui, parlando anche di vela a cinque cerchi.

Allora, la Transpac sembra qualcosa di nuovo per lei. Non aveva mai affrontato regate di flotta.

“Si, vero, ma è una regata che mi ha sempre affascinato e che ho sempre desiderato fare”.

Con lei ci sarà un compagno un po’ speciale come John Elkann. Come sarà fargli da Capo?

“Non è un problema, sono un capo molto demogratico io… (ride, ndr). A parte gli scherzi lui è una persona eccezionale, uno che ama il mare e vive intensamente queste esperienze. Sa che in barca non tutto si può fare e io non ho mai avuto alcun problema con lui durante la navigazione”.

Che ne dice di dare uno sguardo alla vela olimpica? Secondo lei come va il movimento?

“Premetto che non sono ferratissimo, il mondo della vela è complicato. Conoscendo, comunque. il gruppo degli atleti olimpici posso dire che mi sembra stiano lavorando alla grande, per migliorare e farsi trovare pronti quando sarà il momento. Penso che potremo in futuro cogliere qualche risultato in più rispetto al recente passato”.

E Soldini-Olimpiade è un binomio che non si può proprio fare?

“E cosa potrei fare io all?Olimpiade? Forse il nonno? (ride ancora, ndr) Ormai possiamo dire che ho fatto una carriera diversa in mare, ho fatto troppe miglia. Forse non mi saprei adattare a un contesto più ristretto. Vero che dalla vela olimpica sono passati molti velisti di valore, ma, insomma, bisogna saperci fare. E io vado, oltretutto, per altri mari…”

Buon vento.

Francesco Facchini

Di professione #sharindaddy, racconto storie da 30 anni. Ho un futuro dietro le spalle fatto di un Mondiale e due Olimpiadi, ma anche di esperienze giornalistiche in ogni tipo di medium (oh, è latino, mi raccomando). Amo il calcio, quello vero, ma da quando ho visto la fiamma olimpica non mi sono più riavuto.

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