Non solo uomini di calcio. Sono tanti gli sportivi che hanno dovuto lottare per rivedere la luce e ritrovare la serenità di vivere
La depressione non fa sconti a nessuno. Può colpire anche i personaggi famosi e gli sportivi oltre alla gente comune. L’ultimo ad averne parlato è stato Alvaro Morata, da quest’estate il nuovo attaccante del Milan. Lo ha rivelato dal ritiro della Nazionale spagnola in un’intervista a Radio Cope: “Quando attraversi momenti davvero difficili, come la depressione o gli attacchi di panico, non importa quale lavoro fai o quale situazione ti trovi nella vita. Hai una persona dentro contro la quale devi lottare ogni giorno e ogni notte”, ha spiegato il rossonero.
E ancora: “Alla fine per me la cosa migliore era andarmene via dalla Spagna perché era una situazione che non potevo più sopportare. Credo sia la prima volta che lo dico apertamente, ma sì, ho passato un periodo molto brutto e pensavo che non sarei stato in grado di giocare in campo. Siamo quello che si vede in televisione e sui social media, ma è un mondo che spesso non è reale. Devi dare un’immagine perché è il tuo lavoro. E sì, ho passato un periodo molto, molto, molto brutto”. Infine: «Sono esploso e c’è stato un momento nel quale non riuscivo ad allacciarmi le scarpe. Stavo correndo a casa perché mi si chiudeva la gola e ho iniziato a vedere sfocato. Tre mesi prima degli Europei, pensavo se avrei giocato di nuovo una partita. Non ci sono riuscito, non so cosa mi sia preso. Non so cosa non andasse in me. È molto complicato e molto delicato perché ti rendi conto che ciò che ami di più al mondo è ciò che odi di più. Era imbarazzante stare con i miei figli e uscire per strada. Ogni volta che andavo con loro succedeva qualcosa con le persone, a volte senza cattiveria”. Ma ci sono altri atleti che hanno avuto a che fare con la depressione.
Chris Pfeiffer
Era il re degli stuntman del motociclismo: si è tolto la vita a 51 anni, da tempo soffriva di una grava depressione. È stato uno dei tanti atleti che hanno parlato del male di vivere. L’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato l’allarme perché nel 2030 sarà la malattia più diffusa del mondo.
Naomi Osaka
Siamo nell’estate 2021 e Naomi Osaka, 23 anni all’epoca, fa sapere che non prenderà parte del Roland Garros. Parlerà successivamente di “lunghi attacchi di depressione dagli Us Open del 2018 che sono stati duri da gestire ed è stata dura gestirli”, raccontando anche di soffrire “momenti d’ansia prima di parlare con i media. Divento davvero nervosa e trovo stressante provare sempre a fornire le risposte migliori”.
Lando Norris
Il pilota di F1 ha rivelato di aver sofferto di depressione durante la sua prima stagione tra i big, nel 2019, quando era già il più giovane pilota inglese ad aver debuttato nel circuito. “Era come se non sapessi cosa fare, percependo il peso di tutti gli occhi che erano puntati su di me. Avere a che fare con questo genere di cose non è affatto facile, con il costante dubbio di dover essere all’altezza in un mondo estremamente competitivo. Se farò male quali saranno le conseguenze? Se non rimarrò in Formula 1, dove andrò e cosa farò, dato che non sono bravo in molte altre cose della vita?”.
Serena Williams
Aveva raccontato in un lungo post su Instagram della sua depressione post partum, la cosiddetta sindrome del baby blues: “In questo periodo ho sentimenti negativi di tristezza e depressione. Non mi sento una buona mamma, ma voglio dire alle altre puerpere che se avete una giornata o una settimana storta, va tutto bene. Ce l’ho anch’io, è normale”. Nel suo caso, si era parlato anche di sospetta depressione, non legata al parto, già nel 2015.
Danny Rose
L’ex difensore inglese, prima del Mondiale in Russia nel 2018, disse: “Non è un segreto che quest’anno ho passato dei momenti difficili. Sono andato a vedere uno psicologo e uno psichiatra, che mi ha diagnosticato la depressione, di cui nessuno ha mai saputo nulla fino ad ora, nemmeno i miei genitori. Sono stato in cura per alcuni mesi con gli antidepressivi, cosa di cui era a conoscenza solo il mio agente, ma adesso ne sono fuori”.
Michael Phelps
In vasca ha vinto tutto, ma proprio tutto. Addirittura 28 medaglie ai Giochi Olimpici. Ma anche lui ha dovuto lottare contro il male di vivere: “Diventare un campione è la parte più facile, quella più difficile è non arrendersi. Ma io dopo ogni Olimpiade cadevo in depressione. La prima volta è successo nel 2004, la droga era un modo per scappare. Nel 2012 passavo la vita a letto, non volevo essere vivo. Ho chiesto aiuto e ho capito che a volte sentirsi bene non significa stare bene, che le persone hanno paura a parlare dei loro disagi e per questo il tasso di suicidi aumenta”.
Ian Thorpe
Un altro campione di nuoto che nel 2014 è finito addirittura in ospedale perché i suoi familiari temevano si potesse fare del male in maniera molto seria. È stato lo sportivo più amato dagli australiani e ha dovuto combattere contro la depressione e l’alcol. Poi il suo staff aveva ammesso che fosse una cosa seria.
André Agassi
Anche il campione di tennis statunitense ha ammesso di aver avuto dei problemi con la depressione: “Gioco a tennis per vivere, anche se odio il tennis, lo odio di una passione oscura e segreta, l’ho sempre odiato. Quando quest’ultimo tassello della mia identità va al suo posto, scivolo sulle ginocchia e in un sussulto dico: fa’ che finisca presto”.
Gianluigi Buffon
Infine, Gianluigi Buffon. Un outing nel 2008: “Non ho mai capito perché proprio allora, perché non prima, perché non dopo. Non ero soddisfatto della mia vita e del calcio, cioè del mio lavoro. Mi tremavano le gambe all’improvviso: io sono una persona solare e ottimista, altruista, ma quando passi attraverso una cosa simile, queste qualità vanno a farsi benedire. Era come se la testa non fosse la mia”.
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