Cafu rischia la bancarotta: cos’è successo all’ex terzino di Roma e Milan

Marcos Evangelista, per tutti Cafu, rischia la bancarotta. L’ex terzino di Roma (in giallorosso dal 1997 al 2003) e Milan (in rossonero dal 2003 al 2008) con il Brasile ha vinto il Mondiale di Usa ’94 e Giappone-Corea 2002 (qui da capitano) ed è stato il primo calciatore a disputare tre finali di fila (perdendo quella a Francia ’98 contro i Bleus). Solo che adesso sta passando un momento davvero difficile. Il motivo? È pieno di debiti e, come detto, rischia la bancarotta. Tanto che dovrà dire addio alla sua elegante villa di Barueri, nello Stato brasiliano di San Paolo, messa all’asta (fissata per il 4 aprile) per pagare i creditori. Tramite i suoi avvocati, Cafu ha cercato di impedire la vendita, ma finora non è riuscito a ribaltare la sentenza del tribunale. L’ex terzino, che quando giocava veniva soprannominato “Pendolino” per le sue galoppate sulla fascia destra da un’area all’altra, ha cercato di salvare la sua villa, sostenendo che si trattasse della sua dimora e che, in quanto bene di famiglia, non potesse essere espropriata. Giurando, tra l’altro, che il pagamento del debito sarebbe stato garantito da altri beni. Ma tutto questo non è servito a nulla. Perché la sua villa, appunto, il 14 aprile finirà all’asta.

Cafu
Cafu | pixabay @ansa epa @Noushad Thekkayil

La situazione

La villa di Cafu ha una superficie di 2.581 metri quadri, su quattro piani, con sei suite, una piscina, un campo da calcio a sette, una sala giochi, una sala cinema, una sala trofei, saune e un ascensore. Secondo quanto ha riportato il sito Uol, finirà all’asta per quello che viene ritenuto il suo valore reale, cioè 40 milioni di reais (7,4 milioni di euro). Alla metà – 3,7 milioni di euro – se non dovesse essere venduta. Soldi che serviranno all’ex terzino per pagare i debiti contratti in questi giorni. Sono pari 9,7 milioni di reais (circa un milione 800mila euro). A questa cifra vanno aggiunti i pegni che superano gli otto milioni di reais (circa un milione e mezzo). Quindi, quasi tutto l’importo ottenuto dall’asta sarà utilizzato dall’ex giocatore per pagare i creditori. Sempre come riferisce il portale Uol, il più pesante di questi debiti è con una banca. Si tratta del Banco Industrial, per un totale di 4,2 milioni di reais (777mila euro). Altri sono con persone che hanno fatto causa a Cafu e hanno ottenuto i pignoramenti. Insomma, come si può ben intuire, la situazione per il brasiliano non è delle migliori. Un incubo iniziato nel 2019 con il fallimento della Capi Penta International Player, società fondata nel 2004 per gestire la carriera di agenti e calciatori nel mondo del calcio, intestata all’ex terzino destro e a sua moglie (ora ex) Regina.

Cafu
Cafu |
ansa epa @Marcelo Sayao

La perdita del figlio

Sempre nel 2019 Cafu e Regina hanno dovuto vivere il più tragico dei lutti, la morte del figlio Danilo, stroncato all’età di 30 anni mentre giocava in giardino. Gli erano stati fatali quei 10 minuti di partitella nel campo di casa, dopo il pranzo organizzato per festeggiare il compleanno della sorella. Quel giorno la famiglia dell’ex calciatore era tutta riunita al momento del malore nella villa di Alphaville, quartiere satellite di San Paolo. E c’erano diversi amici, tra cui un medico. Era stato lui il primo a soccorrere Danilo insieme al padre, con un massaggio cardiaco. Immediata la decisione di trasportarlo in ospedale, ma era già troppo tardi. Il giovane era deceduto soltanto mezz’ora dopo. Il sogno di Danilo, primo dei tre figli di Cafu, era di giocare a calcio da professionista. Proposito subito abbandonato a causa del rendimento modesto e anche per problemi cardiaci. Fatali per Danilo.

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