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Carlos e Remco, Alcaraz ed Evenepoel: chi sono i volti nuovi dello sport?

La settimana appena conclusa, oltre ad aver portato in trionfo l’Italia sportiva tra volley (campioni del mondo) e basket (eliminata la Serbia), ha messo in luce due giovani e vincenti talenti Under-21. Carlos Alcaraz ha conquistato gli US Open, sconfiggendo Casper Ruud dopo aver eliminato Jannik Sinner in un’estenuante semifinale, ed è il nuovo numero uno del ranking ATP.  Remco Evenepoel ha invece completato la sua consacrazione, vincendo una Vuelta dominata sin dalle fasi iniziali e dalle prime salite a 22 anni e 7 mesi. Ma chi sono i volti nuovi dello sport?

Chi è Carlos Alcaraz, il nuovo numero 1 del tennis

Da stanotte, dopo la vittoria agli US Open contro Casper Ruud (4-6, 6-2, 6-7, 3-6), Carlos Alcaraz è il numero uno del ranking ATP. Per non farsi mancare nulla, in un avvio di carriera sfolgorante, è diventato il più giovane a raggiungere questo traguardo all’età di 19 anni, 4 mesi e 9 giorni: un dato che ha demolito il precedente record, ovvero i 20 anni, 8 mesi e 23 giorni di Lleyton Hewitt. E ha disintegrato i numeri di Nadal (22 anni, 2 mesi, 15 giorni), Federer (22 anni, 5 mesi, 25 giorni) e Djokovic (24 anni, 1 mese, 13 giorni). Ma chi è il gioiello spagnolo, un talento dall’enorme precocità? Contrariamente a ciò che si è spesso sentito, Alcaraz non ha un passato diretto nell’accademia di Rafa Nadal. Lo spagnolo è il suo idolo, ma il percorso di Carlos inizia a Murcia, nella scuola diretta dal padre: a tre anni i primi tiri, a quindici anni il momento che cambierà la sua vita, l’ingresso nell’accademia Equelite dell’ex numero uno Juan Carlos Ferrero.

Qui il gioiello spagnolo affina la sua tecnica e la sua varietà nei colpi, prima di lanciarsi nel tennis dei grandi. Il suo primo acuto è una vittoria contro Jannik Sinner nei Challenger: il duello si ripeterà più volte e potrebbe rappresentare una sfida generazionale. Nel suo primo reale anno tra i pro’, il 2020, balza dal 490° al 136° posto e vince il titolo di Rookie ATP of the Year.  L’annata seguente è quella dell’esplosione:  vince a Umago e nelle Next Gen ATP Finals, ma soprattutto conquista i quarti degli US Open e sale fino al 32° posto nel ranking.  Per poi arrivare all’annata corrente, con quattro trofei vinti (Rio, Miami, Barcellona, Madrid), due sconfitte in finale contro Musetti (Amburgo) e Sinner (Umago) e i quarti al Roland Garros, oltre al trionfo negli US Open: un percorso che gli vale il numero uno al mondo. Carlos Alcaraz brucia le tappe, e proverà a restare in testa il più possibile.

Dal calcio alla Vuelta, tra domini e vittorie: il percorso di Remco Evenepoel

I nuovi beniamini del ciclismo, spesso, non sono stati ciclisti per sempre. Ne sa qualcosa Primoz Roglic, nato come saltatore con gli sci prima che un brutto infortunio lo portasse verso la bicicletta. Ma, soprattutto, ne sa qualcosa il vincitore della Vuelta: Remco Evenepoel, che ha rinverdito i fasti di Eddy Merckx e ha riportato un grande giro in Belgio a 45 anni dal successo spagnolo di Freddy Maertens, inizialmente era un calciatore. Succede tutto in gioventù, negli anni in cui si decide se e quale sport praticare. Remco entra da bambino nelle giovanili dell’Anderlecht, ed è talmente bravo da essere notato dal PSV Eindhoven: qualche anno in Olanda e poi via di nuovo verso i biancomalva, la squadra “di casa”, con tanto di presenze da capitano nell’Under-16 del Belgio. Giocava terzino sinistro, con buona tecnica e voglia di sacrificarsi e lottare: le stesse che l’hanno portato verso la bici, con un amore repentino. Leggenda narra che, dopo qualche infortunio di troppo nel calcio, Remco abbia seguito quasi per caso un gruppo di professionisti che si stavano allenando sulle strade delle Fiandre e sia riuscito a stare alla loro ruota.

Quel giorno, dal nulla, nasce la carriera ciclistica di Remco Evenepoel, che in un anno domina tutte le corse a livello juniores e vince Europei e Mondiali con margini schiaccianti (primo jr nella storia): la superiorità è talmente evidente che, con un altro risultato storico, salta direttamente dagli jr ai professionisti con l’allora Deceuninck-Quick Step. La sua annata di debutto, il 2019, è tutt’altro che tranquilla: il “bimbo” belga conquista la Clasica di San Sebastian alla sua maniera, attaccando da lontanissimo e lasciando tutti sul posto. Poche settimane dopo è campione d’Europa elite a cronometro e argento mondiale. L’anno seguente partecipa al Giro di Lombardia da favorito, ma cade malamente in una scarpata e si frattura il bacino. Nove mesi out, un rientro complicato al Giro e un 2021 da cestinare e dimenticare, fino all’annata trionfale: Evenepoel quest’anno ha vinto la Liegi-Bastogne-Liegi e la Vuelta, dominando entrambe. Nella corsa a tappe spagnola, ha vestito la maglia di leader per 15 tappe su 21, vincendo a cronometro e in salita. E ha resistito ad ogni attacco. Un successo da dominatore, che ora potrebbe regalarci un iconico duello con Pogacar sulle strade del Tour. Il predestinato Remco vincerà ancora?

Dal calcio alla bici: il percorso di Remco Evenepoel
Marco Corradi

31 anni, laureato in Lettere Moderne e giornalista pubblicista dal 2019. Sono un grande appassionato di calcio e ciclismo, ma anche un divoratore di serie TV e libri gialli. Donato Carrisi è il mio scrittore preferito, i giochi manageriali la mia droga. Sono un grande sportivo da divano e mi diletto in carriere impossibili su Football Manager. Mi trovate anche su "L'Interista" e "Azzurri di Gloria"

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