Lo sloveno è l’ultimo di una lista di campionissimi iridati nella storia che sono arrivati in fondo da soli: ripercorriamo le imprese più importanti
Negli ultimi anni, il Campionato Mondiale di ciclismo su strada si è spesso deciso con fughe solitarie, dimostrando la capacità dei corridori di gestire sforzi prolungati e tattiche individuali vincenti. Un esempio classico di questa tendenza risale al 1968, con l’impresa di Vittorio Adorni, che segnò la storia del ciclismo italiano. Da allora, diverse edizioni dei Mondiali sono state caratterizzate da attacchi solitari, tra cui quelli recenti di Remco Evenepoel e Mathieu van der Poel, che hanno dominato le rispettive competizioni con performance eccezionali. L’ultima edizione, invece, ha visto protagonista Tadej Pogačar, capace di sorprendere ancora una volta con una fuga straordinaria. Lo sloveno continua così un 2024 in cui ha vinto praticamente tutto, vestendo la maglia iridata dopo aver trionfato sia al Giro d’Italia che al Tour de France, con la certezza ormai assodata di essere di fronte a uno dei più grandi atleti della storia del ciclismo.
Le vittorie solitarie ai Mondiali di ciclismo sono ormai un marchio di fabbrica per i grandi campioni contemporanei. La capacità di corridori come Adorni, Evenepoel, Van der Poel e Pogačar di mantenere la concentrazione e la forza in azioni prolungate dimostra non solo una superiorità fisica, ma anche una strategia impeccabile. Queste imprese individuali rimarranno nella storia del ciclismo, a testimonianza del coraggio e della determinazione necessari per vincere una delle competizioni più prestigiose del panorama sportivo.
Vittorio Adorni e la fuga del 1968
Nel 1968, Vittorio Adorni realizzò una delle fughe più memorabili nella storia del ciclismo, imponendosi in solitaria al Mondiale di Imola. La corsa, che si svolse su un percorso impegnativo, vide Adorni staccare il gruppo al 13º giro sulla salita di Frassineto, iniziando un’azione solitaria che sarebbe durata per ben 80 chilometri. Adorni tagliò il traguardo con un vantaggio di 9 minuti e 51 secondi sul secondo classificato, il belga Herman Van Springel. Fu una vittoria storica non solo per il distacco impressionante, ma anche per la prestazione collettiva degli azzurri, con cinque italiani nelle prime sei posizioni.
Lance Armstrong, la vittoria americana del 1993
Nel 1993, un giovane Lance Armstrong vinse il Mondiale su strada in Norvegia. La giornata fu segnata da pioggia e cadute, ma Armstrong riuscì a sfruttare il suo talento di cronoman per attaccare in discesa a 12 chilometri dal traguardo. Gli avversari, tra cui Miguel Indurain, non riuscirono a riprenderlo, e l’americano conquistò il titolo con 20 secondi di vantaggio. Nessuno all’epoca poteva immaginare l’impatto che Armstrong avrebbe avuto sul mondo del ciclismo, segnato dalle sue successive vittorie al Tour de France e, in seguito, dalle controversie legate al doping.
Olano e la vittoria a sorpresa del 1995
Il Mondiale del 1995, disputato in Colombia, si svolse in condizioni estreme, a oltre 2400 metri di altitudine e su un percorso caratterizzato dalla difficilissima salita di El Cogollo. Miguel Indurain era il grande favorito, avendo appena vinto il suo quinto Tour de France consecutivo. Tuttavia, fu il suo connazionale Abraham Olano a sorprendere tutti, attaccando a 17 chilometri dall’arrivo. Nonostante una foratura a 800 metri dal traguardo, Olano riuscì a mantenere il vantaggio e a vincere il titolo mondiale, con Indurain che si piazzò terzo.
Julian Alaphilippe e la doppietta iridata
Tra le vittorie più recenti spicca quella di Julian Alaphilippe, che nel 2021 difese con successo il suo titolo mondiale conquistato l’anno precedente. La gara si svolse a Lovanio, in Belgio, su un percorso impegnativo e costellato di salite brevi ma intense. L’azione decisiva avvenne a 17 chilometri dal traguardo, quando Alaphilippe attaccò sul penultimo muro di Sant’Antonio, lasciando gli avversari senza possibilità di risposta. L’olandese Dylan van Baarle si classificò secondo, mentre il danese Michael Valgren completò il podio. La vittoria di Alaphilippe confermò il suo status di uno dei corridori più completi e spettacolari del panorama ciclistico mondiale.
Remco Evenepoel e il trionfo australiano del 2022
Nel 2022, il belga Remco Evenepoel, reduce dalla vittoria alla Vuelta a España, realizzò una delle fughe solitarie più impressionanti degli ultimi anni. Il Mondiale si svolse in Australia, su un percorso adatto alle caratteristiche di un corridore completo come Evenepoel. A 59 chilometri dal traguardo, il belga lanciò un primo attacco, ma fu solo a 25 chilometri dall’arrivo che distanziò definitivamente il kazako Alexey Lutsenko, con cui aveva condiviso l’inizio della fuga. Evenepoel arrivò da solo al traguardo, celebrando una stagione da incorniciare e consolidando la sua reputazione come uno dei giovani più promettenti del ciclismo internazionale.
Mathieu van der Poel: il trionfo nel Super Mondiale di Glasgow
Nel 2023, durante il Super Mondiale di ciclismo disputato in Scozia, l’olandese Mathieu van der Poel vinse la prova in linea in modo spettacolare, confermando ancora una volta il trend delle fughe solitarie. La gara, segnata dalla pioggia e dalle difficili condizioni del percorso, vide van der Poel attaccare a 22,3 chilometri dal traguardo, staccando i suoi rivali, tra cui l’eterno rivale Wout van Aert. Nonostante una caduta negli ultimi chilometri, l’olandese riuscì a mantenere la testa della corsa e tagliare il traguardo in solitaria, riportando l’Olanda sul tetto del mondo dopo 38 anni.
Tadej Pogačar: una stagione straordinaria
Il 2024 è stato anche un anno straordinario per Tadej Pogačar, che ha dominato sia il Giro d’Italia che il Tour de France, consolidando il suo status di fenomeno del ciclismo contemporaneo. Pogačar, già vincitore di due Tour de France, ha iniziato la stagione con grandi ambizioni, e al Giro ha dimostrato di essere in forma smagliante, stravincendo. Al Tour de France, Pogačar ha dovuto affrontare una concorrenza agguerrita, ma la sua capacità di recuperare dopo momenti difficili e il suo istinto tattico lo hanno portato a trionfare nuovamente nella Grande Boucle.
«Ho fatto una cosa stupida, di quelle che quando te ne accorgi è tardi per rimediare: non si scatta da soli a 100 chilometri dal traguardo di una corsa ciclistica, figuriamoci del Mondiale», ha detto Pogi alla fine della corsa. Una corsa che gli è valsa quindi l’ennesimo trionfo di una stagione iniziata l’1 marzo con la Strade Bianche proseguita con Liegi, e come detto le due grandi corse a tappe, con il terzo posto della Sanremo come peggior risultato.