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Di Tora sfiora semifinale   male gli altri azzurri

BARCELLONA 2013. Non è ricca di soddisfazioni per i colori italiani la mattinata dedicata alla batterie della seconda giornata dei Campionati Mondiali di Nuoto di Barcellona.

100 Dorso maschili

Si inizia con il neo-capitano Mirco Di Tora che ferma ai cronometri sul tempo di 54″76, in linea con il suo personale stagionale dei Sette Colli. E’, però, solo il diciottesimo tempo di qualificazione ad appena 4 centesimi dall’ultimo tempo utile per le semifinali del pomeriggio dove l’australiano Delaney si presenterà con il miglior tempo, 53″60.

100 Rana femminili

Sono pirotecniche le batterie con la lituana Ruta Meilutyte che in mattinata piazza il record dei campionati in 1’04″52 mentre Jessica Hardy e Yuliya Efimova danno segnali di battaglia. In salita, invece, la vasca di ritorno per le azzurre: Lisa Fissneider, diciannovesimo tempo in 1’08″53, sta trenta centesimi sopra il personale stagionale mentre una piangente Michela Guzzetti affonda in 1’09″54, ventinovesimo tempo, un secondo e mezzo peggio di quanto fatto segnare al Sette Colli.

200 Stile Libero maschili

Mancano 10 centesimi ad Alex Di Giorgio per conquistare le semifinali del pomeriggio; diciottesimo tempo per lui in 1’48″47 relegato nella corsia più laterale del Palau Sant Jordi. Tre mesi e mezzo fa, agli Assoluti di Riccione aveva fatto tre decimi meglio, un tempo che gli avrebbe permesso di passare. Diciannove centesimi più lento, 1’48″66, è Marco Belotti, ventunesimo tempo mezzo secondo più lento che al Sette Colli.

1500 Stile Libero femminili

Decimo tempo, ed esclusione dalla finale, per Marina Rita Caramignoli che chiude la sua batteria al quarto posto in 16’15″65. Poco rammarico per la ventiduenne della Aurelia Nuoto che è solo 4 secondi più lenta del suo personale che comunque non le avrebbe garantito di migliorare la sua posizione nelle qualificazioni dove il miglior tempo è stato fatto segnare dalla danese Lotte Friss in 15’49″18, otto centesimi più veloce della scatenata Ledecky.

 

 

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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