Calcio

Giuntoli e i “cori ‘ngrati” passati dal Napoli alla Juventus

Il caso Giuntoli e le parole di Aurelio De Laurentiis riaprono una vecchia e mai del tutto sopita rivalità. Neanche il terzo scudetto della storia del club partenopeo sarà sufficiente all’ormai ex direttore sportivo azzurro, oggi bianconero, per non entrare nel club dei “cori ‘ngrati”.

Un caso quasi unico

Quello di Giuntoli è un caso record. Il dirigente ha ammesso di essere stato sempre un tifoso della Juventus, ma è anche fra i pochissimi ad aver reso grande il Napoli. Di solito, chi lascia le pendici del Vesuvio per accasarsi all’ombra della Mole, è a caccia di vittorie. Lo dice la storia, iniziata con il padre dei “cori ‘ngrati”, al secolo José Altafini che, ormai sulla soglia dei 35 anni, decide di lasciare Napoli. È il 1972 e la sua carriera sembra al crepuscolo. Invece, il brasiliano contribuisce a tre scudetti consecutivi della Juventus, uno conquistato di fatto nello scontro diretto. All’88’ Altafini segna un gol decisivo. Qualche giorno dopo uno striscione appeso sui cancelli del San Paolo recita, appunto, “José core ‘ngrato”.

Dino il Mito

Immagine | Ansa

Anche Dino Zoff non è esente dal percorso Napoli – Torino. Il portiere friulano, dopo l’esperienza a Napoli, diventa l’estremo difensore di una delle Juventus più forti di sempre, capace di sparecchiare in Italia e in Europa. L’unico azzurro che continuerà a indossare sarà quello… grigio, da portiere della nazionale. In bianconero, sei scudetti, due coppe Italia e una Coppa UEFA, oltre ovviamente al mondiale 1982 vinto a quarant’anni. Il suo passaggio dal Napoli alla Juventus, tuttavia, non ha cancellato i ricordi. Core ‘ngrato sì, ma fino a un certo punto.

Capitani e allenatori

Dagli anni ’90 in poi, il passaggio fra Napoli e Torino, sponda Juventus, tocca nervi ancora scoperti. Ciro Ferrara, giocatore del Napoli, nonché napoletano doc e capitano della squadra, abbandona il Vesuvio per la Mole con il suo mentore, Marcello Lippi e insieme, in bianconero, vinceranno tutto il possibile. E poi c’è Fabio Quagliarella, che lascia Napoli e alle sue spalle un’esperienza poco felice sia in termini sportivi che personali. Addio doloroso, quello dell’attaccante, ma, restando in tema di centravanti, neanche minimamente paragonabile al “reuccio” dei “cori ‘ngrati”: Gonzalo Higuain, attaccante argentino che trafigge immediatamente il cuore dei tifosi napoletani al primo incrocio da ex. Il Pipita segna il gol decisivo del 2-1 del girone d’andata e bisserà anche al San Paolo. Come gli altri, anche l’esperienza di Higuain alla Juventus è stata carica di successi e trofei.

Luigi Pellicone

43 anni, laureato in Lettere Moderne giornalista dal 2007. Da quando la serie A ha deciso di fare a meno del mio talento, ho riversato i miei lampi di classe nella scrittura. Seguo sport e politica sul campo senza soluzione di continuità. Circondato da sole donne in famiglia, mi preparo per le Olimpiadi fra 3000 siepi, salto in alto, in lungo e corsa a ostacoli, inseguendo, spesso invano, il mio inaffidabile labrador. Alle spalle, un paio di vite spese fra agenzie di stampa, quotidiani e siti web. Un presente e un futuro ovviamente, tutto da scrivere

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