Il Milan di Berlusconi: gli acquisti top

Il Milan di Berlusconi: anni di vittorie, acquisti e grandissime intuizioni. Tanti i colpi sul mercato che hanno scritto la storia del calcio italiano e internazionale. 31 anni, 29 trofei di cui 13 internazionali danno l’idea dell’eredità lasciata da imprenditore sportivo.

Olanda e tulipani

Marco Van Basten
Immagine | Ansa

Il primo Milan si lega indissolubilmente ai cosiddetti “tre tulipani”: Ruud Gullit, arriva nel 1987, dopo una “cotta” sportiva al trofeo Gamper. Assoldato, sarà protagonista del primo Milan di Sacchi, e Pallone d’Oro del 1987. In rossonero vince tutto il vincibile, come Marco Van Basten, passato alla storia del calcio come il “Cigno di Utrecht: tre volte pallone d’oro, 125 gol in rossonero, lascia perché si deve arrendere alle caviglie che non lo sorreggono più. Il trittico si completa nel 1988 con l’arrivo, esplicitamente richiesto da Arrigo Sacchi, di Frankie Rijkaard, centrocampista e colonna del Milan. Nel 2002 arriva a Milanello Clarence Seedorf, che farà le fortune del Milan di Ancelotti insieme a Japp Stam, che però avrà meno fortuna degli altri pur vincendo uno scudetto e la Champions.

La fiera dell’est

Andriy Shevchenko
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Anche l’Est Europa ha regalato gioielli che hanno scritto la storia del Milan. Il primo è Dejan Savicevic, che arriva nel 1992. Talento pari alla discontinuità, ma se è in giornata, non ce n’è per nessuno. Per informazioni chiedere al Barcellona, schiantato in finale nel 1994. In quella rosa c’era anche Zvonimir Boban, trequartista di grandissima eleganza, emblema del Milan a cavallo dei due secoli. Il XXI è segnato dall’arrivo di Andry Shevchenko, che arriva dalla Dinamo Kiev e porta in dote 175 gol totali che serviranno a vincere in Italia e in Europa. E poi c’è Kaladze, giocatore di rendimento che si porta a casa otto trofei.

La scuola francese

Il Milan di Berlusconi ha anche pescato, e discretamente bene, in Francia. Nel 1992, Papin ha l’onere di raccogliere l’eredità di Van Basten. Non è facile, ma l’attccante si difende bene anche se perde la Champions contro la sua ex squadra. In due anni vince cinque titoli. Marcell Desailly invece arriva dal Marsiglia con l’idea di rinforzare la difesa ma una straordinaria intuizione di Capello lo trasformo in mediano. Dalla Francia arriva anche un altro mito rossonero: George Weah primo africano a vincere il Pallone d’Oro. Lascia in eredità 58 gol.

Samba rossonero

Il Milan ha un rapporto importante anche con il Brasile che, spesso e volentieri, ha regalato gioie: basti pensare a Robinho, protagonista dell’ultimo scudetto dell’era Berlusconi nel 2011 insieme ad Alexandre Pato, fuoriclasse fermato dagli infortuni. A difendere, c’era Thiago Silva, arrivato nel 2009 e immediatamente impostosi come uno dei migliori difensori al mondo. Trascurabili a livello di titoli, ma enormi per impatto mediatico, gli arrivi di Ronaldinho, Rivaldo e Ronaldo, acquisti show che regalarono serate indimenticabili. E poi c’è chi ha scritto la storia: Dida, diventato migliore portiere del mondo in rossonero ed eroe della notte di Manchester, decisivo dal dischetto nella vittoria della Champions del 2003. In quella squadra c’è anche Kaka, una vera e propria forza della natura che ha posto la firma su sei trofei in rossonero. Importante anche “pendolino” Cafu, scaricato troppo presto dalla Roma. A 33 anni farà ancora la differenza e fino al 2008 garantirà un rendimento altissimo.

I colpi in Italia

Il primo acquisto in Italia dell’era Berlusconi è Roberto Donadoni, esterno di inventiva pura ed equilibrio tattico, decisivo nel Milan di Sacchi. Arriva anche Carlo Ancelotti, che lascia Roma senza quasi un ginocchio ma che si rivelerà ancora decisivo a fine anni ’80 e anche in panchina. Un altro colpo dell’era Berlusconi è Daniele Massaro che diventerà l’uomo della “Provvidenza”: attaccante di scorta che non tradisce mai. Maldini, Costacurta, Ambrosini e Donnarumma sono cresciuti in casa. L’intuizione poi è quella di puntare sui polmoni di Gennaro Gattuso che arriva nel 1999 e porta in dote subito uno scudetto e 468 presenze con la maglia del Milan, vincendo tutto. Gran colpo anche quello di Filippo Inzaghi, prelevato dalla Juventus nel 2001: segnerà 126 reti in rossonero, due importantissimi nella finale di Atene nel 2007. Geniale anche l’affare Pirlo: scambiato per Brncic, il “maestro” si impone come uno dei migliori interpreti di sempre nel ruolo di centrocampista centrale, duettando con Rui Costa, prelevato dalla Fiorentina. Un centrocampo stellare, protetto da Alessandro Nesta che arriva al Milan dalla Lazio. Resterà 10 anni portandosi a casa altrettanti trofei. Il primo Ibra, invece, arriva dopo l’esperienza al Barcellona e l’addio all’Inter, anche lo svedese porta in dote uno scudetto. E bisserà qualche anno dopo.

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