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Il Nuoto di Fondo si assoggetta alla TV

TORINO. Nell’ultimo decennio di discipline sportive che sono profondamente cambiate per le esigenze dello show business è piena la storia. A partire dallo sci di fondo dove le esigenze dello spettacolo televisivo hanno infarcito il calendario di mass start, gare sull’uomo simili a lunghe tappe di avvicinamento di un giro ciclistico di seconda categoria con la solita soluzione allo sprint, quando furono le interval start a fare la leggenda di questo sport. Il pentathlon per rimanere alle Olimpiadi, dove gli sport ormai vengono scelti per quanto sono telegenici e non per la loro tradizione, si è trasformato in “quadrathlon” con il combined event: introduzione in questo caso felice ma lontana dalle tradizioni. Nello scorso quadriennio il tiro con l’arco è diventata lotteria dove non tutte le frecce hanno lo stesso valore, lo stesso da quest’anno accade nel tiro a segno e tiro a volo.

Si pensi al Nuoto di Fondo che in questi giorni fa la sua biennale apparizioni nelle case di tutti gli appassionati; in effetti la disciplina nella sua dizione ufficiale si dovrebbe chiamare Nuoto in Acque Libere, l’avversario è il mare, l’onda fatta, il vento. Dal Serpentine di Hyde Park al porto di Barcellona, invece, la tendenza è quella di una gara in una enorme vasca dove, a meno di tempeste forza sette, le acque sono tutt’altro che libere, e dove le decine di boe direzionali rendono le competizioni più simili a gare di stunt car con i nuotatori che fanno a sportellate. Da un lato finalmente le gare sono diventate fruibili dall’utente televisivo prima escluso dalla visione della gara nella loro interezza, dall’altro lo sport è cambiato, definitivamente, irrimediabilmente cambiato. E’ il prezzo che bisogna pagare per rimanere in vita in una società che misura tutto a colpi di audience.

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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