“Sono gay e non voglio più nascondermi. Voglio vivere la mia vita in libertà. Senza paure. Senza pregiudizio. Senza violenza. Ma con amore”. Pensieri e parole di Jakub Jankto. Il centrocampista dello Slavia Praga, vecchia e apprezzata conoscenza del nostro calcio, si è unito alla schiera di colleghi che hanno trovato la forza e il coraggio di dichiarare la propria omosessualità.
Jankto è nato a Praga nel 1996. Centrocampista di forza e di governo. Muove i primi calci nelle giovanili dello Slavia Praga. Quindi il grande salto. Si trasferisce in Italia nel 2014, anno in cui il collega Hitzlsperger, uno dei pionieri del “coming out”, dichiara di essere gay in un ambiente ancora molto chiuso e al limite dell’omofobia. Jankto, 27 anni, un figlio di tre, una ex compagna che conosceva il suo segreto, una carriera iniziata con il mito di Pavel Nedved, inizia a farsi notare nell’Udinese di Pozzo, specializzata nello scovare talenti e valorizzarli.
Chiusa la parentesi con la Primavera friulana, debutta in serie B con l’Ascoli, nel 2015 lasciando in eredità 35 presenze e 5 reti. Quanto basta per convincere l’Udinese a richiamarlo alla base. Nel 2016 gioca la sua prima stagione in serie A. È nella Sampdoria, però, che dopo un avvio complicato, trova l’ambiente ideale per esprimersi. Tre stagioni in blucerchiato, 90 presenze condite da 8 reti e la fascia da capitano indossata nella sfida vinta contro l’Inter per 2-1 il 6 gennaio 2021. Al termine di quella stagione, Jankto firma un contratto con il Getafe. Lo scorso 10 agosto passa in prestito allo Sparta Praga.
Il padre lo chiama affettuosamente “Sampi” in onore di Lajunen, combinatista che ha collezionato tre ori ai Giochi di Salt Lake nel 2002. Un soprannome che si porterà dietro anche per una scelta dettata dalla necessità. Jakub, in Repubblica Ceca è un nome talmente diffuso da rendere parecchio complicata la vita a un allenatore. Sampi diviene immediatamente riconoscibile perché ha talento, spiccata sensibilità e grande cultura. Parla quattro lingue, (italiano, spagnolo, russo e ceco) ama l’arte, specialmente dipingere. Per informazioni, chiedere a Papu Gomez e Petagna.
Non solo arte, ma anche una spiccata capacità imprenditoriale. Il suo soprannome diventa un marchio. Fonda un’accademia di e-sports e si guadagna una menzione su Forbes che lo inserisce fra gli imprenditori più vivaci Under 30. Il suo futuro è probabilmente legato a un ritorno in Liga. Il presente, certamente, è più sereno.
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