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La Streif è di Reichelt, Innerhofer quinto

Christof Innerhofer (Foto:Christian Jansky)

SCI ALPINO (Kitzbuhel). Dopo Wengen anche Kitzbuhel vive la sua classica discesa “mutilata” per ragioni di sicurezza di uno dei suoi passaggi leggendari, la diagonale dell’Hausbergkante aggirata con una variante. A vincere dopo un tris di secondi posti, è l’austriaco Hannes Reichelt che supera il norvegese Aksel Lund Svindal e uno straordinario Bode Mille che, seppure a singhiozzo, è ancora in grado di dire la sua ai massimi livelli quando si tratta di far scendere gli sci. L’Italia della velocità incassa il quinto posto di un Christof Innerhofer in crescita che deve rammaricarsi solo di una sbavatura nello schuss che al massimo, però, gli può avere fatto perdere gli 11 centesimi che lo separano dal quarto posto del francese Theaux. Gli altri finiscono fuori dai venti con Matteo Marsaglia ventinovesimo che si è ben difeso nella parte alta ma ha lasciato tempo prezioso nella fase di scorrimento e Dominik Paris trentunesimo. Ancor più lontani Peter Fill, Siegmar Klotz, Silvano Varettoni e Luca De Aliprandini, ritirato Werner Heel che ha perduto uno sci dopo una quindicina di secondi di gara.

“E’ un piazzamento importante”, ha detto Inner al termine della gara, “che mi fa capire di essere sempre lì fra i migliori. Devo limare ancora qualcosina per salire sul podio. E’ raro fare la manche perfetta, ma bisogna provarci sempre e dare il massimo”.  Dominik Paris, che l’anno scorso su queste nevi si era laureato re della Streif cerca di gettarsi dietro le spalle il passo falso: “E’ chiaro che un po’ di delusione c’è perché speravo di riuscire a prendere almeno un posto fra i primi dieci. Però è possibile che questa brutta prova mi dia uno stimolo in più per preparare ancora meglio al gara delle Olimpiadi dove conteranno solo le prime tre posizioni”.

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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