L’ennesima categoria olimpica: le mamme vincenti

MILANO. Viste da qui sono belle, brave e vincenti. A proposito: nessuno parla di cicciottelle, come mai? Questo forse è un altro discorso, ma per Diana Bacosi e Chiara Cainero un discorsetto va fatto. Sono le mamme che vincono e vengono recapitate in Italia con un punto fermo: ah, che fatica essere mamme e vincere. Mi attirerò valanghe di riprovazione, in questo paese dove tutto è fazioso, dove tutto è categoria da esaltare o smerdare. Ecco, le due sono mamme: bene. Meraviglioso. Le due ragazze faticano, ma ce la fanno: come milioni di altre donne italiane. Aggiungerei, perché sensibile al discorso, anche tanti papà ce la fanno. Allora resto un po’ stranito dall’epopea delle mamme che sparano, ma non per il loro sensibile racconto del percorso per arrivare ai sogni, ma per la categorizzazione nella quale i media le hanno spinte, vale a dire quella delle mamme vincenti contro tutto e tutti. L’Italia sarà un paese migliore e un posto migliore quando il racconto dell’esperienza umana non avrà stereotipi, quando sarà normale che le mamme e i papà realizzino i sogni tenendo i bimbi in braccio. Quando la Raggi che va in consiglio con il figlio o la Appendino che lavora col bebé appresso non saranno notizia. Povero è il paese nel quale è straordinario quello che è ordinario, da migliaia di anni.

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