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Macerata vs Berruto,   la replica di Magri

Foto: FIVB.org

PALLAVOLO (Roma). La storia inizia l’altro giorno con le convocazioni di Mauro Berruto per i 14 azzurri che andranno in Argentina per la Final Six della World League, tra gli altri mancano due giocatori della Lube Macerata: Baranowicz e Kovar. Mercoledì da casa Lube il direttore sportivo Stefano Recine tuona, “Le convocazioni del ct vanno rispettate anche se in questo caso siamo in totale disaccordo con le decisioni di lasciar fuori Baranowicz e Kovar. Nel primo caso si tratta del palleggiatore rivelazione della passata stagione, Kovar, invece, ha ricevuto il premio di mvp della finale scudetto 2012. Jiri, escluso dalla Nazionale per il terzo anno di fila alla vigilia dell’appuntamento più importante, per noi è un fuoriclasse, e gli abbiamo appena rinnovato il contratto per tre stagioni. E’ incredibile che due giocatori di questo calibro non vengano portati alle finali in Argentina, ancor più dopo aver lavorato con il gruppo azzurro per due mesi. Ma il ct è pagato anche per fare una selezione: il fatto che abbia idee diverse dalle nostre vuol dire che una delle parti sbaglia”.

Oggi nella tenzone è entrato il presidente federale Magri che ha difeso l’operato del tecnico della Nazionale. “La Lube Banca Marche Macerata e’ stato, ed e’, un club molto importante nel panorama della pallavolo italiana e approfitto per ringraziare personalmente il presidente Giulianelli per la passione e per gli impegni economici profusi in questi anni. Molti dei suoi giocatori hanno fatto parte o integrano attualmente la Nazionale regalandoci grosse soddisfazioni”. ”Quello che pero’ e’ giusto ribadire – ha continuato Magri -, anche se e’ un concetto estremamente ovvio, e’ che le scelte tecniche spettano solo ed esclusivamente al ct Mauro Berruto che ha sempre lavorato per il bene della Nazionale, obiettivo che continuera’ ad inseguire lasciando aperte le porte per tutti gli atleti, come lui stesso mi ha confermato. Comprendiamo l’amarezza degli atleti, ma e’ giusto che ognuno rispetti il proprio ruolo, condizione essenziale per realizzare un proficuo lavoro. Chiudiamo cosi’ quella che non vogliamo considerare neanche una piccola querelle perche’ il bene della Nazionale e’ nell’intesse e al di sopra di tutto”.

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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