Spalletti in nazionale? Una soluzione ideale, anzi… di più: dati alla mano, l’uomo giusto al posto giusto. Il tecnico toscano, neo campione d’Italia, si inserirebbe perfettamente nel tessuto tecnico: ha caratura internazionale, è un tecnico, preparato, vincente e soprattutto capace di cercare e trovare spesso soluzioni ideali in base alla rosa a disposizione. E in questo senso, l’eredità dall’ormai ex CT Roberto Mancini si adatta perfettamente alle idee di gioco del suo possibile successore.
Dall’azzurro del Napoli a quello della nazionale, tutte le strade portano a Certaldo, a pochi chilometri da Coverciano. L’anno sabbatico di Spalletti potrebbe durare poco più di qualche settimana. I vertici federali, assorbito l’addio di Roberto Mancini, hanno decisamente puntato su un tecnico che, storia e risultati alla mano, è capace come pochi di trarre il massimo potenziale da ogni calciatore, spesso individuando anche soluzioni di gioco e ruoli da “visionario” ma in grado di trasformare una carriera. Al netto dei dissidi degli ultimi anni, chiedere a Francesco Totti che, schierato da attaccante, ha vinto la Scarpa d’Oro. O, più recentemente a Brozovic e Lobotka, trasformati in metronomi da top club.
Dall’azzurro del Napoli a quello della nazionale. Questione di sfumature, ma la sostanza non cambia. Spalletti con ogni probabilità non si discosterebbe dal 4-3-3 che ha permesso al Napoli di dominare il campionato e vincerlo con largo anticipo. Un modulo che, fra l’altro, si adatta perfettamente alle caratteristiche di una nazionale che ha vinto, proprio con il 4-3-3, il titolo di Campione d’Europa. Il 4-3-3 di Spalletti prevede una linea difensiva a quattro con due esterni che spingano. Dunque facile immaginare Di Lorenzo e Di Marco titolari quasi inamovibili. Bastoni sa difendere e impostare e un ruolo da centrale è suo. Resta da coprire l’ultima casella e tutto lascia propendere per Toloi. In mezzo al campo, Spalletti predilige il doppio play a centrocampo o un regista basso affiancato da due calciatori box to box. Anche in questo caso, le soluzioni abbondano: Verratti alla Lobotka e una schiera di mezzali capaci di interdire e ripartire come Barella, Tonali, Frattesi.
In attacco, Spalletti predilige due esterni capaci di creare superiorità numerica e tagliare al centro, e un centravanti “pesante” che giochi con e per i compagni. Nel Napoli, aveva Osimhen. La nazionale non ha un attaccante spacca porte ma anche in questo caso la storia del potenziale tecnico azzurro lascia spazio all’ottimismo. Spalletti ha sempre tratto il massimo dai suoi attaccanti. È successo con Totti e Dzeko alla Roma, Icardi all’Inter e lo stesso Osimhen a Napoli. Immobile potrebbe giovarsene. E nel frattempo, Spalletti potrebbe lavorare sul talento di Scamacca e Retegui. Sugli esterni, poi, avrebbe l’imbarazzo della scelta: Politano, Berardi, Chiesa, Zaccagni, Zaniolo (che può fare anche il trequartista nel 4-2-3-1) e un Raspadori da impiegare anche come falso nueve. Insomma, un altro… Napoli. Solo un azzurro diverso. E chi sa, ugualmente vincente…
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