Olimpiadi su Cielo? No, grazie

TORINO. L’italiano medio che segue lo sport quando ci sono Olimpiadi e Mondiali e gli appassionati che non hanno ancora accettato di chinare la testa alla logica commerciale delle paytv si sono svegliati questa mattina, sabato, e dopo aver visto nei TG qualche immagine della Cerimonia di Apertura dei Giochi di Sochi possono essere stati presi dal desiderio di vedere qualche gara olimpica in TV. Per mesi è stata pubblicizzata la notizia che le 100 ore in chiaro, previste dalle regole AGCOM, un diritto per il cittadino, vanno per la prima volta in onda non sulla RAI ma su CieloTV, canale free-air del gruppo SKY che detiene i diritti della pay-tv. A seconda dell’ora nella quale si è svegliato si è trovato di fronte alla replica della Cerimonia di Apertura o a Fratelli in Affari mentre in Russia si assegnavano i primi titoli olimpici, anche in discipline nobili come il Fondo. Uno sguardo indispettito alla guida tv e si scopre che le trasmissioni di Cielo da Sochi oggi inizieranno alle 17.00 (in Russia le 20 quando in quasi tutti gli impianti saranno in azione le aziende delle pulizie): nel menu Carolina Kostner e Armin Zoeggeler. Niente Sci di Fondo, niente Biathlon con un outsider di alto bordo come il nostro Lukas Hofer.

La tanto vituperata RAI, a Londra, fu in grado di farci vivere al massimo le emozioni olimpiche, non facendoci perdere la prestazione di quasi nessun italiano, facendo i salti mortali con il monte ore a disposizione. Qualche giorno fa, il vicedirettore generale della RAI, Antonio Marano, disse un po’ cripticamente “Sbaglia chi dice che Sky è la casa dello sport. Sky è l’attico, noi siamo il condominio. L’attico ha un valore pregiato ma è per pochi, il condominio è per tutti, per tutti gli sport. Malagò deve ricordarsi che per arrivare in cima deve passare da noi, che facciamo tutte le Paralimpiadi in chiaro, non meno importanti dei Giochi Invernali. Anzichè scendere in elicottero, gli suggerisco di farsi tutte le scale, fermarsi su ogni pianerottolo e guardare cosa fa la RAI. A quel punto potrà dire: Beh, sono qui perché qualcuno ha permesso al grande sport di arrivare fino all’attico”.

La metafora, all’epoca apparsa un po’ fumosa è chiara: scegliere solo cosa trasmettere sulla base dell’appeal e dell’audience, focalizzare il tutto sull’attico dello sport che in Italia si chiama Kostner e Zoeggeler, vuole dire trascurare il resto del condominio. Non pagherà in termini di ritorno pubblicitario ma il condominio è la base dello sport. In fondo quando una emittente decide di acquistare i TV rights per le 100 ore in chiaro di un evento sceglie di diventare servizio pubblico e servizio pubblico deve fare senza scegliere la strada del massimo ascolto.

Ieri sera, durante la Cerimonia di Apertura, il ct della nazionale di Volley, Mauro Berruto scriveva “…a scuola guardare le gare perché lo sport è cultura… poi dal guardare passare al fare” ma se non facciamo vedere le gare il passaggio successivo, già di per sè impervio, diventa pura utopia”.

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