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    Home»Notizie»Padel, cosa sono vibora e bandeja: le differenze
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    Padel, cosa sono vibora e bandeja: le differenze

    Cerchiamo di capire quali sono le differenze tra vibora e bandeja, due dei colpi più utilizzati nel padel. Dalla tecnica a quando servirsene durante una partita. I segreti di due mosse essenziali di uno sport ormai popolarissimo
    Marco GarghentinoBy Marco Garghentino24 Luglio 2023Nessun commento5 Mins Read
    Racchetta di padel in mano a un giocatore in campo
    Immagine | Unsplash @OliverSjöström - Olympialab.com

    Il padel è quello sport che negli ultimi anni ha visto una crescita esponenziale nel numero dei suoi praticanti, riuscendo ad attrarre moltissimi sportivi sia tra i professionisti che tra gli amatori.

    Un successo che lo ha portato a essere una delle discipline più conosciute e di cui sempre più persone studiano dettagli tecnici e tratti distintivi del gioco, pronti a proporre in partita ciò che si è appreso in allenamento.

    Ne sono un esempio la vibora e la bandeja, due mosse tra le più tipiche del padel.

    Vediamo insieme di cosa si tratta e quali sono le differenze principali tra questi due colpi.

    La vibora

    Partiamo dalla vibora, una delle mosse più efficaci e utilizzate nel padel.

    È un colpo che appartiene alla famiglia degli smash e che viene utilizzato soprattutto dai giocatori che stazionano nella parte sinistra del campo.

    Sotto il profilo pratico, viene prodotto quando un giocatore cerca la palla all’indietro, affiancandosi con le gambe e ruotando il busto. Il gomito viene invece piegato nella classica azione del mulinello, riuscendo così a imprimere sia una giusta forza che una buona velocità.

    I piedi vengono posizionati nella cosiddetta posizione semi-open, ovvero non paralleli né alla linea di fondocampo né a quella frontale, bensì una via di mezzo.

    Giocatore impegnato su un campo da padel
    Immagine | Unsplash @TomaszKrawczyk – Olympialab.com

    Fondamentale è il punto d’impatto tra racchetta e pallina. Nella vibora l’impatto avviene lateralmente, così da poter imprimere una rotazione sidespin forte e che porterà la palla a saltare poco sia prima che dopo l’eventuale impatto con una delle pareti del campo.

    È opportuno sottolineare anche come l’impatto debba avvenire in linea con la spalla e non davanti al corpo, così da dare il giusto effetto al tiro.

    Altro aspetto fondamentale da tener presente è la rotazione della testa.

    Quando si esegue una vibora, la testa deve restare ferma sia nel momento dell’impatto che in quello appena successivo. Non deve ruotare quindi verso il campo avversario, perché una rotazione della testa porterebbe a ruotare anche il busto e ciò comporterebbe una perdita di controllo e precisione nell’attuazione del gesto tecnico.

    Il finale del tiro deve essere, inoltre, ben accompagnato e non bloccato.

    Considerato un colpo prevalentemente offensivo, la vibora riesce spesso a mettere in difficoltà l’avversario, presentando un buon mix tra velocità e precisione.

    La direzione incrociata è la migliore per giocare questo tipo di colpo, soprattutto se si vuole colpire la parete laterale.

    La bandeja

    Passiamo ora alla bandeja, una delle mosse alle quali si ricorre più spesso in una partita di padel.

    A differenza della vibora, è considerata generalmente un colpo difensivo e si gioca solitamente quando il pallonetto avversario non è abbastanza corto da poter colpire un comodo smash offensivo, ma nemmeno così lungo da essere obbligati a lasciar rimbalzare la pallina e tornare oltre la riga del servizio, in posizione difensiva.

    L’obiettivo principale della bandeja è quello di non far perdere campo a chi effettua tale colpo, permettendogli di mantenere il controllo della posizione a rete.

    È una mossa che va eseguita mantenendo un’impugnatura a martello, la continental, e affiancandosi. Il piede destro (per i destrorsi) deve essere usato come piede d’appoggio e spinta, mentre il braccio della mano che impugna la racchetta deve essere piegato a 90° in fase di apertura e l’altro braccio deve essere alzato, come a formare una sorta di W.

    Ciò permette di mantenere un buon equilibrio e di seguire la traiettoria del tiro, portando poi il braccio a estendersi fino al momento dell’impatto con la pallina, il quale avverrà a braccio completamente disteso.

    Il punto d’impatto ideale è a livello della spalla. Facendo scendere troppo la pallina, il rischio è quello di far finire a rete la propria bandeja e per riconquistare la rete servirà necessariamente più tempo.

    Idealmente, seguendo le indicazioni degli esperti, bisognerebbe portarsi oltre la linea del lob e colpire riportando in avanti il peso del corpo. Ciò permette di trovare una maggiore profondità nel colpo, essendo anche più rapidi nella corsa in avanti.

    È importante, poi, trasferire sempre in avanti il peso del corpo nel momento finale del movimento, così da semplificare la corsa a rete.

    È anche fondamentale accompagnare bene il gesto, evitando di bloccare il movimento subito dopo aver impattato la pallina con la racchetta.

    Quest’ultima deve infatti proseguire la propria corsa, fino a superare il braccio sinistro al termine del movimento di tiro.

    È sempre meglio effettuare una bandeja nella porzione di campo delimitata dalla linea del servizio e incrociando il tiro (sia che si giochi a destra o a sinistra), così da portare la pallina a colpire un doppio vetro (sia quello laterale che quello di fondo). Ciò renderà più complicata la risposta avversaria.

    Restando alla tecnica, la bandeja per essere efficace deve essere giocata in profondità. Fondamentale è anche tornare subito sotto rete, così da poter poi chiudere il punto con una volée o uno smash.

    Marco Garghentino
    Marco Garghentino

    Brianzolo dal 1996, ho sempre pensato che la comunicazione sia la principale arte che l’uomo ha sviluppato nei secoli. Amo lo sport, conoscere il Mondo ed essere informato. Ogni vita ha una storia e spesso vale la pena raccontarla.

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